In risposta allo stigma sociale nei confronti dei senzatetto, la sfida di Ridaje che riqualifica persone e città
Da un’idea di Lorenzo Di Ciaccio, già fondatore di Pedius, PMI innovativa a vocazione sociale che consente agli audiolesi di telefonare, e del Prof. di Imprenditoria sociale ed esperto di inclusione Luca Mongelli, è nata Ridaje.
Si tratta di una startup che offre la possibilità di un lavoro e una seconda opportunità ai senzatetto attraverso l’adozione delle aree verdi pubbliche di Roma. Giulia Borgherese ha intervistato Di Ciaccio per questo episodio del nostro Speciale Radio Activa Plus realizzato in collaborazione con la rivista green “Articolo 9“.
“A Roma usiamo il termine daje quando vogliamo incoraggiare qualcuno; – esordisce Di Ciaccio – ridaje è una seconda chance alla romana“.
Questa startup innovativa rientra a pieno titolo tra le imprese a vocazione sociale, realtà imprenditoriali che si oppongono alla prospettiva di un futuro minaccioso, grazie a modelli organizzativi di riscatto e inclusione, e che si impegnano, invece, affinché il futuro rappresenti una promessa.
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Il primo degli obiettivi di Ridaje è offrire ai senza fissa dimora l’opportunità di reinserirsi nella società, recuperando dignità e autonomia grazie al lavoro da giardinieri. Il secondo scopo è prendersi cura del verde pubblico in degrado di Roma, e non solo. Oggi, infatti, la Capitale conta appena 180 giardinieri, a fronte dei 2mila del passato, quando la Scuola per giardinieri era un’eccellenza.
Ridaje, poi, vuole dimostrare che si può fare impresa in maniera diversa.
“Se i nostri giardinieri, che erano considerate persone emarginate, vanno a lavorare e le persone riconoscono il loro lavoro, è una doppia vittoria. Vedere un barbone, simbolo del degrado, curare il parco crea una sorta di corto circuito nella mente delle persone. Gli stessi bambini, che prima magari avevano timore di avvicinarsi a un senzatetto, oggi lo ringraziano per quello che fa.”
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Il modello di Ridaje è scalabile: il format si sta diffondendo in altre città italiane e negli obiettivi della startup c’è l’estero, poiché tutte le metropoli affrontano le medesime criticità. “Ci rivolgiamo ad aziende, associazioni e comitati di quartiere che hanno a cuore il territorio e vogliono prendersene cura”, aggiunge Di Ciaccio. Poi continua: “Adottiamo gli spazi verdi per loro conto e, grazie ai nostri giardinieri, li riqualifichiamo e li manteniamo curati”. La diffusione del modello-Ridaje avviene anche attraverso le alleanze con imprese che condividono gli stessi valori: “tutto ciò che contribuisce a creare questo ecosistema è humus, che rende più fertile la nascita di progetti sociali”.
Per approfondire il modo in cui questa realtà imprenditoriale coniuga la vocazione sociale con le esigenze di business e per saperne di più su come sono state superate le resistenze iniziali da parte degli stakeholder – prima tra le quali lo stigma sociale nei confronti dei senzatetto – non vi resta che ascoltare il podcast!
Sabrina Colandrea