Focus sull’eco-friendly brand identity
Prima puntata live per Disintermedium, il salotto tech di Radio Activa condotto dall’avvocato Laura Cappello, Legal Engineer e Founder dell’omonimo studio legale. Si è parlato di nuove tecnologie – blockchain, IoT, intelligenza artificiale – e di disintermediazione, possibili soluzioni per il rilancio dei settori Turismo e Ristorazione in Italia.
L’episodio è andato in onda, eccezionalmente, in gemellaggio con la trasmissione web The Room, condotta da Riccardo Cocco, professionista dell’industria turistico-ricettiva. L’idea di unire, per l’occasione, i due format è nata dal desiderio condiviso di creare contenuti di valore alla portata di tutti, promuovendo così la cultura digitale e creando informazione sulle best practice che possano aiutare i professionisti del settore a rilanciare le proprie attività.
Si è parlato di Hospitality, uno dei settori che più necessita di rilancio tecnologico e degli impatti positivi di un ecosistema basato sul peer2peer, nonché delle ultime frontiere del Food. Oltre a Riccardo Cocco, sono intervenuti: Alessandro Bartolucci, albergatore, innovatore e Founder di Besafe Rate; Michele D’Ambrosio Founder e COO della startup Isolanova, Project Manager del progetto Flagchain, per la tracciabilità del pescato in blockchain; Giuseppe Di Iorio Executive Chef, stella Michelin di Aroma Restaurant, rooftop rinomato del centro storico di Roma; Domingo Iudice, Co-founder di Brainpull, agenzia di Marketing, e Co-founder di Pescaria, il primo fastfood di pesce pugliese.
Sono emerse le difficoltà delle filiere coinvolte ma anche la consapevolezza che l’integrazione tra blockchain e digitalizzazione rappresenta la via di uscita e di sviluppo per settori fondamentali per l’economia italiana, attraverso una strategia di cooperazione tra imprenditori, produttori, distributori, ristoratori e Hospitality. L’importanza dell’interconnessione e della cooperazione tra settori è stata ricordata dallo Chef Di Iorio, che si è fatto portavoce della voglia di rinascita della Ristorazione, “il terminale di una meravigliosa filiera” e che ha ricordato “quanta gente c’è sopra e dietro di noi che ci permette di svolgere al meglio il nostro lavoro”.
“Prima della pandemia la ricchezza delle risorse dei nostri territori era sufficiente ad attrarre visitatori; oggi c’è un bisogno maggiore di informazioni tempestive, corrette e affidabili, sia per le nuove esigenze di sicurezza sia per una richiesta personalizzata dell’esperienza di viaggio. La disintermediazione non è quindi solo un modo per eludere le piattaforme di OTA, ma uno strumento al servizio del turista” – ha spiegato invece Alessandro Bartolucci.
Ascolta anche: Reinventare la realtà e farne un business
Proprio il ruolo dell’informazione e dei dati è l’aspetto cruciale per arrivare a ridefinire l’offerta turistica. Attraverso un’infrastruttura dei dati occorre integrare tracciabilità, certificazione e disintermediazione per valorizzare i prodotti di eccellenza dell’enogastronomia dei territori ma anche l’insieme di tecniche, processi e culture che caratterizzano il Made in Italy.
“Dove ho pescato questo pesce? L’acqua era pulita o inquinata? Quanto tempo è passato prima che arrivasse sulla mia tavola? Come è stato conservato? Blockchain, sensoristica e digitalizzazione possono rispondere in modo certo a queste e altre domande, generando valore su tutta la filiera” – ha osservato Michele D’Ambrosio. E ha concluso: “Il consumatore è consapevole, il ristoratore o il rivenditore affidabile, il pescatore svolge la funzione di sentinella dei mari”.
Oltre la blockchain c’è il mondo dell’IoT, dei Big Data e dell’AI. Il monitoraggio di dati certificati è la chiave di volta per tenere insieme personalizzazione, sostenibilità e qualità, anche attraverso un nuovo paradigma della comunicazione del brand Italia nel mondo, per trasformare i limiti di un tessuto produttivo frammentato nell’opportunità di un’esperienza personalizzata.
Secondo Domingo Iudice “i clienti di domani saranno differenti: in virtù di tutta una serie di prassi legate alle adozioni digitali saranno per forza di cose più ordinati e più propensi a condividere maggiori informazioni”.
L’utilizzo della tecnologia, infatti, non ha effetti solo nella filiera produttiva ma anche sul consumatore che ha cambiato – e cambierà ancora – il suo modo di fare acquisti e di scegliere determinati servizi, complici le crisi economiche e soprattutto la digitalizzazione della società. Quali ulteriori stravolgimenti dovremo aspettarci in futuro?
Sabrina Colandrea