Torna CIFcast con un episodio dedicato al sottogenere letterario della “distopia”
Quali sono le caratteristiche principali della distopia? Davvero può considerarsi il contrario dell’utopia? E quando ha iniziato a diffondersi come genere letterario? Da classici, come “1984” di George Orwell e “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley, fino ad arrivare a romanzi più recenti che affrontano la condizione femminile, il nuovo episodio di CIFcast è incentrato sul tema “distopie”.
Per l’occasione, Damiano Lotto ed Emiliano Maramonte ospitano un’altra autrice del Collettivo Italiano Fantascienza, Linda De Santi. Appassionata di fantastico, Linda ha pubblicato numerosi racconti su antologie e riviste, tra cui “Distòpia”, edito da Urania Mondadori, ed è co-curatrice dell’antologia “Atterraggio in Italia”, che contiene anche alcuni racconti dei nostri speaker.
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La distopia può metterci in guardia contro un futuro potenzialmente avverso? Come spiega De Santi, sicuramente “ci ricorda che il potere ha la capacità di corrompere, che gli equilibri sociali sono instabili, ma soprattutto che i grandi cambiamenti spesso avvengono davanti ai nostri occhi e magari non ce ne accorgiamo.”
Presentando non un macro-evento negativo ma una serie di piccoli eventi che rendono via via il mondo peggiore, come la soppressione di un diritto per un gruppo sociale o una legge ingiusta, la distopia serve a ricordarci che, “anche se non siamo messi ancora troppo male, non siamo al sicuro”. La società peggiore possibile potrebbe essere dietro l’angolo ed è anche nostro compito impedire che diventi realtà.
Sabrina Colandrea