Transizione digitale nel settore pubblico: intervista a Michele Fioroni
Ricomincia un nuova stagione di Hello Innovation, il podcast di Radio Activa che vuole fare il punto della situazione in materia di innovazione; in questa prima puntata il nostro conduttore Andrea Picardi affronta il tema del digitale in ottica Pubblica Amministrazione, con un ospite d’eccezione: Michele Fioroni, assessore allo Sviluppo Economico, Innovazione, Digitale e Semplificazione della Regione Umbria e coordinatore della Commissione per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione della Conferenza delle Regioni.
Parliamo di avanzamento tecnologico, e in particolare iniziamo con il citare il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che attribuisce alla transizione digitale un ruolo fondamentale nel superamento della crisi che ha colpito il Paese a causa della pandemia, ma non solo. Un Piano che è un’occasione da non perdere per recuperare il ritardo accumulato in Europa in tema di competenze digitali e capacità di digitalizzazione delle istituzioni pubbliche.
Infatti, avere un sistema debole dal punto di vista delle infrastrutture tecnologiche non solo rallenta i processi di avanzamento interni, ma ci rende anche poco appetibili agli occhi degli investitori internazionali. Quali sono le politiche da mettere in campo a livello statale e regionale per cambiare rotta?
Ascolta anche: “La grande scommessa” delle imprese 4.0 post-covid
Il punto focale per riuscire a superare la crisi e allo stesso tempo avanzare dal punto di vista tecnologico è, in primis, trovare un punto di equilibrio tra soluzioni di apparati nazionali e di enti più piccoli, tra i quali quelli regionali, senza “pestarsi i piedi” a vicenda e cercando di superare le sabbie mobili delle zone grigie. Non basta distribuire tecnologia a tappeto nel settore pubblico, bisogna cambiare anche e, soprattutto, i processi.
Non a caso, il governo ha compreso che la digitalizzazione deve essere guidata da un gruppo di esperti del settore tech, così da pianificare in maniera organica la ripresa e la transizione digitale. Una delle sfide principali, in Italia, sarà quella della digitalizzazione degli archivi; grazie a questa azione, infatti, si sbloccherebbero a cascata diverse iniziative di forte interesse pubblico per il cittadino.
Saremo però abbastanza bravi da cogliere questa occasione? C’è stata davvero una svolta a carattere culturale post pandemia?
Ascolta anche: Ripartire da innovazione, ricerca, semplificazione
In Italia, la transizione digitale è ancora in ritardo. Essere indietro su questo fronte rischia di penalizzarci anche in quei campi dove non solo siamo competitivi, ma nei quali eccelliamo; un esempio paradigmatico è il settore manifatturiero che ci vede ancora tra i primi posti in Europa. La velocità di riprogrammazione dei processi diventa quindi una necessità del prossimo futuro.
Non si può più immaginare un’industria senza parlare anche di digitale. Il pubblico dovrebbe cercare di seguire le orme tracciate dal settore privato e riprogettare i sistemi seguendo una direttiva ben salda: la semplicità.
La domanda che ci poniamo è: con il ritardo accumulato quante posizioni siamo destinati a perdere?
Francesca Ponchielli