“Lo sguardo della regista mi ha fatto intuire che la Matematica è una materia viva, che può ancora sorprendere”. Quattro chiacchiere con Anastasia Plazzotta, founder e CEO di Wanted Cinema
Torna Nove volte sette, la nostra serie podcast realizzata in collaborazione con Dopolavoro Matematico, questa volta con un episodio speciale: un’intervista ad Anastasia Plazzotta, fondatrice e CEO di Wanted Cinema, società di distribuzione cinematografica, che si propone di parlare a un pubblico dal gusto trasversale ed è specializzata in cinema d’essai, arthouse e titoli europei.
La conversazione tra Davide Del Vecchio, attivista del Dopolavoro Matematico, e Plazzotta ruota attorno al film “Il teorema di Margherita” di Anna Novion, attualmente in programmazione in diverse sale italiane (qui l’elenco completo).
Un accenno di trama, senza spoilerare troppo: il futuro di Margherita, brillante studentessa di Matematica della Scuola Normale Superiore, sembra essere pianificato. Unica donna del suo corso, sta per concludere la tesi che dovrà esporre davanti a una schiera di ricercatori. Quando arriva il grande giorno, però, un errore fa crollare tutte le sue certezze. Margherita decide, quindi, di mollare tutto e ricominciare da capo.
Il film è stato presentato nella sezione Special Screenings al Festival di Cannes 2023 e, per il ruolo di Margherita, la protagonista, Ella Rumpf, si è aggiudicata l’Oscar francese, il César Award 2024, come Miglior rivelazione femminile.
Ascolta anche il primo episodio di “Nove volte sette”: Di matematiche e altre storie
Di recente molti film e serie tv stanno usando la Matematica come base attorno alla quale costruire la trama. Nel caso del “teorema di Margherita”, che ruolo riveste? Si tratta di un puro espediente narrativo o ha un ruolo nel far evolvere le caratteristiche della protagonista?
Ce lo spiega la nostra ospite in questa pillola video.
Quanto alle motivazioni dietro la scelta di distribuire il film, invece, Plazzotta commenta: “Mi piace provocare con la scelta dei titoli”. Poi continua:
“Cerco di trovare argomenti che non siano tradizionali, temi che suscitino dibattiti, che magari prendano spunto da un argomento generale per illuminare delle angolazioni diverse o ribaltare alcuni pregiudizi […]. Questo film ha illuminato una parte di ciò che significa la Matematica, che mi ha molto colpito. Individuavo la Matematica come una sequela di numeri, un mondo statico, fermo, poco creativo, invece lo sguardo della regista mi ha fatto intuire che, in realtà, si tratta di una materia viva, che ancora può sorprendere, appassionare, reinventare, dimostrare. Anzi, mai come oggi, con l’intelligenza artificiale, diventa una materia frizzante e viva. Il film mi ha fatto toccare con mano questo aspetto.”
“Il teorema di Margherita” ha il doppio merito di mostrare che la Matematica può essere appassionante e di consentire l’immedesimazione con la condizione vissuta dalla protagonista.
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Nel film, c’è un momento che più di altri rende visivamente il trasporto di Margherita per la materia: “quando cerca di dimostrare la Congettura di Goldbach, si trasforma quasi nella compositrice di un brano, con la parete tappezzata di numeri che ricordano le note musicali”, osserva Plazzotta.
“Il teorema di Margherita” affronta anche il tema della diversità di genere nel mondo accademico attraverso la protagonista.
“Margherita deve sgomitare per affermarsi nel suo ambiente, cosa che avviene in molti ambienti lavorativi a un certo livello. Quando una è ‘troppo brava’ e si fa notare, viene sempre un po’ ostacolata o comunque si trova ad affrontare un ambiente inizialmente ostile e fa il triplo di fatica per imporsi rispetto a un uomo. Questo nel film si vede in modo chiaro, anche se poi chi l’avrà vinta sarà lei, Margherita”.
Per i più curiosi, ecco il trailer del film.
Sabrina Colandrea
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