La Matematica ha un ruolo centrale in tutta l’opera di Asimov. Rileggerla può aiutarci a interpretare la realtà affrontata dai laureati nelle discipline STEM
Il racconto di Fantascienza Nove volte sette, pubblicato nel 1958 dal maestro Isaac Asimov, è sempre più attuale. Lo sanno bene gli attivisti del Dopolavoro Matematico che con il podcast omonimo realizzato in collaborazione con noi di Radio Activa Plus, rendono omaggio proprio a quest’opera.
Riprendiamo le fila del racconto di Asimov con il terzo episodio di Nove volte sette condotto da Cecilia Fronza (dopo la ‘parentesi matematica’ dedicata al film Il teorema di Margherita, che potete riascoltare qui).
Non solo Nove volte sette; la Matematica ha un ruolo centrale in tutta l’opera di Asimov. Nel ciclo della Fondazione, per esempio, il matematico Hari Seldon sviluppa la teoria della Psicostoria per predire il collasso dell’Impero galattico. Grazie al ricorso a modelli matematici e algoritmi complessi, le previsioni di Seldon guidano le azioni dei protagonisti nel tentativo di mitigare il caos e garantire il ritorno a un’era di prosperità galattica. Tuttavia, la Psicostoria non è onnipotente e può essere ingannata da singoli individui che agiscono in modi imprevedibili. Questo introduce tensione narrativa e complessità morale nei romanzi di Asimov, dal momento che i personaggi si trovano costretti ad affrontare il dilemma: seguire le previsioni della Psicostoria o cercare di cambiare il corso degli eventi per il bene comune?
Anche nel mondo reale riconosciamo ai campi della Scienza, della Tecnologia, dell’Ingegneria e della Matematica (identificati con la sigla STEM) un ruolo cruciale nel guidare l’Innovazione, la crescita economica e il progresso sociale. Le università e gli istituti educativi incoraggiano attivamente gli studenti a perseguire lauree in queste discipline, promettendo loro carriere gratificanti e stabilità.
Ascolta anche il primo episodio della serie: “Nove volte sette”. Di matematiche e altre storie
Tuttavia, il libro del sociologo John Skrentny, Wasted Education, getta luce sulle dure realtà affrontate dai laureati nelle materie STEM. La ricerca rivela che i laureati in ambito STEM spesso si sentono “masticati e sputati” dal sistema e in continua lotta per trovare posizioni gratificanti permanenti. Inoltre, Skrentny evidenzia una frattura, in alcuni ambiti, tra i principi morali dei lavoratori e le dinamiche sociali innescate dall’accelerazione tecnologica. Il paradosso è che la mancanza di nuovi talenti – soprattutto nelle discipline matematiche – viene indicata come un fattore limitante per la crescita industriale.
Sono i matematici una casta, capace di tirare le fila di eventi cosmici come nel ciclo della Fondazione di Asimov, o sono la manovalanza di una crescita senza controllo?
S. C.
Avevamo parlato del Dr. Hari Seldon qui: Alla scoperta degli scienziati. Sì, anche di quelli pazzi