ED È SUBITO SIRI

Ucraina-Putin: un’intelligenza artificiale sarebbe mai entrata in guerra?

Guerra e tecnologia: un binomio attuale, ma non nuovo 

 

 

In questa nuova puntata di Ed è subito Siri, i nostri speaker Michele Stingo e Fabio Ragno, rispettivamente linguista computazionale e analista programmatore, affrontano il tema dell’intelligenza artificiale applicata al campo militare. Una questione d’attualità. Infatti, se fino a pochi mesi fa la guerra in Europa poteva sembrare una questione distopica, oggi sembra essere una nuova realtà, la nostra.

 

 

Ascolta anche: Cyberwar, il futuro della guerra con gli occhi del passato

 

 

Partiamo subito dall’analizzare quanto la tecnologia sia effettivamente entrata nel settore bellico. Non è uno scoop affermare che il binomio guerra-tecnologia ha caratterizzato tutto il corso della Storia umana. Anzi, diverse invenzioni sono state create con lo scopo preciso di tornare utili sul campo di battaglia. E, invece, tutte quelle scoperte avvenute senza che si potesse immaginare, ex ante, il loro risvolto sanguinoso? Più nel dettaglio, pensando all’oggi, in che modo è possibile utilizzare il Machine Learning o il Deep Learning per fini militari?

 

 

Ascolta anche Cyber Defence, Infosphere & Transnational Hacking: le nuove frontiere di Cyber Security Nazionale

 

 

Uno dei principali campi d’applicazione dell’intelligenza artificiale, durante un conflitto, è quello tattico: cioè, come convogliare beni e risorse su un determinato terreno d’azione. Nella cabina di regia dei generali di comando vengono utilizzati sistemi basati su calcoli e algoritmi per riuscire a prendere decisioni “più ponderate e consapevoli”. Un’AI può aiutare a rispondere alla domanda: dove dispiegare le forze? In che quantità e secondo quali tempistiche?

 

 

Ascolta anche: L’altra faccia della Privacy e della Cybersecurity

 

 

Per riuscire però a usufruire delle capacità di un’AI senza diventarne schiavi bisogna ripercorrere il criterio di ragionamento sotteso ai diversi passaggi di calcolo. Infatti, sebbene si parli di intelligenza, non bisogna dimenticare che sono sistemi che cercano di replicarla sulla base in input che provengono dalla mente umana.

Facendo un passo indietro, a livello etico, quanto è “giusto” sfruttare un’AI in guerra? Forse, è sbagliato parlare di giusto e sbagliato in questo ambito?

 

 

Per approfondire: Cybersecurity

 

 

Viviamo in un tempo in cui siamo abituati, se non assuefatti, alla tecnologia applicata ad ogni ambito della realtà. Giusto per fare un esempio, quando è stata l’ultima volta che abbiamo raggiunto un luogo senza l’utilizzo dello smartphone e delle diverse mappe integrate? Quindi, immaginare la tecnologia in azione in ambito militare non stupisce.

Quello che ci siamo domandati in questa nuova puntata è: preso atto dell’invasione dell’Ucraina messa in atto da una mente umana, un’AI sarebbe mai entrata in guerra? Un utilizzo indiscriminato degli algoritmi farebbe più o meno danni di quelli cui stiamo assistendo oggi?

Francesca Ponchielli

 

Ospite

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