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Dalla realtà alla Fantascienza: caffè, tè e altre bevande rituali

Non solo robot e astronavi. Anche nella letteratura Sci-Fi esistono la pausa caffè e il tè delle 17.00

 

 

Dopo aver toccato i vertici della psichedelia con l’episodio “Il mistero, buffo e tragico, di Ubik“, i nostri esperti di Fantascienza dissertano stavolta di sostanze ben più lecite e diffuse… Quanti hanno l’abitudine di prendere il caffè dopo pranzo? Chi non si concede un tè caldo alle 17.00, specie con le temperature di questo periodo?

Ebbene, la Fantascienza non è tutta robot o astronavi ma, come gli ascoltatori più fedeli di questo podcast avranno ormai capito, racconta ogni aspetto dell’umanità. Quindi anche i piccoli piaceri e le abitudini. Nella fattispecie in questo episodio parliamo soprattutto di caffè e tè – due tra le bevande non alcoliche più bevute al mondo – e dei rituali che vi ruotano attorno.

Proprio perché sono così diffuse, era inevitabile che queste bevande comparissero nella letteratura Sci-Fi. Ed è in fondo rassicurante che in un futuro distopico qualsiasi gli esseri umani continuino a trovare il tempo per bollire l’acqua e mettere in infusione delle foglie di tè. Negli ultimi anni questa “abitudine narrativa” sta prendendo sempre più piede nella letteratura fantastica, probabilmente perché sono molti gli autori del genere provenienti da culture legate al tè, che quindi inseriscono cerimoniali e tradizioni popolari nelle loro storie.

Ad esempio, nella serie “Guida galattica per gli autostoppisti” di Douglas Adams, il protagonista, Arthur Dent, si trova a girovagare per la galassia e fatica a trovare una buona tazza di tè, cosa della quale ha assolutamente bisogno, essendo inglese. Al contrario, Jean Luc Picard, capitano della USS Enterprise NCC-1701-D della serie “Star Trek: The Next Generation”, potendo disporre di un replicatore di materia, ordina sempre: “Tè, Earl Grey, caldo”.

 

 

Ascolta anche Leigh Brackett: luoghi ed esseri alieni

 

 

Ancora, in “Ancillary Justice” di Ann Leckie il tè è un vero status symbol, requisito di base per essere considerati “civilizzati” e parte del pacchetto culturale imposto dall’impero ai popoli dominati. Si beve in ciotole in ogni momento della giornata. Prevedendo una sorta di cerimonia, la maniera di prendere il tè nel Radch ricorda da vicino quella di molte culture terrestri. Nel romanzo successivo, “Ancillary Sword”, Ann Leckie torna sul tema, trattando le condizioni di lavoro di un pianeta in cui si coltiva il tè destinato a tutto l’impero.

Verosimilmente l’importanza riservata al tè da Leckie è un tributo a un’altra scrittrice di Fantascienza che l’ha enormemente influenzata, C. J. Cherryh.

Quest’ultima ha scritto la serie Sci-Fi “Foreigner”, 21 romanzi che vedono come protagonista Bren Cameron, sorta di mediatore culturale tra esseri umani e Atevi… alieni che amano particolarmente bere tisane, sfortunatamente in molti casi velenose per l’uomo.

Naturalmente sono molti altri gli esempi citati dai nostri in questo episodio che per una volta ci mostra uno spazio profondo scevro da orrori e prove terribili da superare e che, anzi, concede ai suoi protagonisti la possibilità di rallentare e addirittura fermarsi per godere di una meritata pausa caffè (o tè).

Sabrina Colandrea

Ospite

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