Coinbar ha sviluppato il primo exchange italiano regolamentato in cui depositare e prelevare criptovalute, con sede fisica e tecnologia proprietaria. Abbiamo incontrato il CEO, Antonello Cugusi, negli spazi del bar-bistrot di via Barberini 34, a Roma
Fondata a Roma nel 2019 da Antonello Cugusi insieme a un gruppo di giovani imprenditori, Coinbar SpA ha sviluppato il primo exchange italiano regolamentato in cui depositare e prelevare criptovalute, con una sede fisica (il bar-bistrot Coinbar appunto) e la tecnologia proprietaria Coinbar Pay.
In via Barberini 34, a Roma, abbiamo incontrato il CEO dell’azienda, Antonello Cugusi, che ci ha spiegato in che modo sta realizzando l’ambizioso intento di portare le criptovalute nell’Economia reale.
Innanzitutto, però, qualche numero che dà la misura del fenomeno in Italia: stando a dati ufficiali diffusi dall’OAM, ci sono più di un milione di possessori di criptomonete, che hanno transato nel primo trimestre più di un miliardo di euro di controvalore.
Venendo alla storia dell’azienda, in un primo momento è nato il format del bar-bistrot Coinbar, che dà la possibilità a chiunque di conoscere e utilizzare le valute virtuali, ricevendo assistenza diretta in un ambiente informale. Con le parole di Cugusi:
“Coinbar nasce come un exchange di criptovalute con cambio in euro, come tante piattaforme internazionali, ma con focus sul mercato italiano. In fase di creazione di questa startup abbiamo cercato un modo per collegare un mondo lontano dalle abitudini degli utenti, virtuale, con quello che vivevano tutti i giorni, per far capire loro che le criptovalute e la blockchain non sono qualcosa di totalmente astratto, ma qualcosa che è possibile provare a utilizzare tutti i giorni; da lì l’idea di aprire un bar, dove consumare come in un’attività tradizionale, ma dove fosse possibile non solo pagare in criptovalute, ma anche capire le adozioni della tecnologia, poter parlare con esperti, partecipare a corsi di formazione e meetup con la comunità crypto italiana”.
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Nell’ultimo anno, poi, l’intuizione di focalizzarsi su una soluzione di pagamento in criptomonete, nata dal rilevamento di due esigenze delle aziende: quella di prestare attenzione all’Innovazione e quella di dotarsi di un nuovo gateway di pagamento per intercettare il nuovo pubblico, che abbiamo appurato essere sostanzioso. “Grazie all’esperienza acquisita con il Coinbar fisico – ha spiegato Cugusi – abbiamo sviluppato un’app che consente di ricevere pagamenti in criptovalute e riscuotere immediatamente il corrispettivo in euro; per i merchant non c’è, quindi, la necessità di capire come utilizzare un wallet, detenere criptomonete o gestire la volatilità del cambio”.
Coinbar Pay abilita il mondo retail al pagamento in criptomonete in sicurezza e trasparenza. Gioiellerie Liguori, Chili TV, Nuvolari e Doppelgänger sono alcune delle realtà che hanno deciso di abbracciare la visione di Coinbar attivando all’interno dei loro store il nuovo sistema di pagamento.
Anche per il cliente è semplice usare l’app: giunto nel punto vendita fisico, chi decide di utilizzare il metodo di pagamento crypto non deve far altro che comunicarlo in cassa, inquadrare, tramite smartphone, il QR code che gli sarà mostrato dall’addetto vendita e autorizzare la transazione. Se il cliente dispone di un Coinbar Wallet, può utilizzare le criptomonete presenti nell’exchange; se, invece, utilizza un proprio wallet, potrà completare l’acquisto con Bitcoin, Ripple, DigitalBits e Usdt. I clienti possono effettuare transazioni sia tramite wallet privato che, senza fee di transazione, tramite un account Coinbar.
Solo vantaggi, quindi? Non è raro leggere o sentir parlare di rischi associati al trading di criptovalute. Prendendo in prestito le parole di Rory Mir, dirigente della Electronic Frontier Foundation, che si esprimeva sul declino di Reddit, eppure calzanti: “Qualsiasi piano che preveda una crescita continua e infinita è destinato a scontrarsi con problemi di scala. Non si può gonfiare il pallone per sempre: prima o poi scoppierà”.
A Cugusi, che si è avvicinato al mondo delle criptovalute nel 2015, costruendo – con Ethereum e Bitcoin – una mining farm alimentata da energia fotovoltaica, abbiamo chiesto di rispondere a chi sostiene che Bitcoin, che si basa su un whitepaper di appena nove pagine, è nata per essere superata. C’è chi vede nell’halving l’evidenza di un modello di business insostenibile. Una delle caratteristiche essenziali di Bitcoin, infatti, è che le monete sono contate: cosa succederà una volta estratti i 21 milioni di monete disponibili?
Con il CEO di Coinbar SpA, che è anche docente della Blockchain Management School, abbiamo anche parlato della necessità di favorire la comprensione del mondo blockchain e crypto attraverso la divulgazione.
Un passaggio importante nella direzione dell’avvicinamento di un pubblico sempre più vasto alla tecnologia blockchain, poi, potrebbe risiedere nell’adozione di un linguaggio meno settoriale. La pagina Instagram Coinbar.spa sta svolgendo un’attività di alfabetizzazione degli utenti attraverso post che spiegano lo slang specifico, come nell’esempio che segue.
Quali sono i progetti futuri di Coinbar SpA? Come saranno implementate le partnership con il mondo retail? Per saperne di più non vi resta che ascoltare l’intervista.
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