DeepSeek Cina censura la tecnologia globale: rivoluzione del mercato tech

DeepSeek: il gigante tecnologico cinese e il controllo globale della censura. L’AI cinese scuote Wall Street e ridefinisce gli equilibri globali. Ma la gestione dell’informazione è davvero libera?

 

 

La Cina sta ridefinendo il mercato tecnologico globale, con DeepSeek al centro di una rivoluzione che solleva interrogativi sulla censura.

L’improvviso crollo in borsa delle principali aziende tecnologiche statunitensi ha un nome ben preciso: DeepSeek. Questo colosso cinese, ancora poco conosciuto al grande pubblico, si è rapidamente imposto come leader in settori strategici, ridisegnando le dinamiche della competizione globale tra Cina e Stati Uniti. DeepSeek non è solo un’azienda tecnologica, ma rappresenta un modello di innovazione che si sta dimostrando capace di scardinare il predominio tecnologico occidentale.

A differenza dei giganti americani, che storicamente puntano su modelli di business incentrati sul controllo dei dati e sulla monetizzazione tramite pubblicità, DeepSeek ha introdotto un approccio completamente diverso. La società si basa su un’infrastruttura tecnologica decentralizzata, alimentata da algoritmi di intelligenza artificiale capaci di analizzare dati complessi in tempo reale, senza compromettere la privacy degli utenti. Questo modello, più etico e sostenibile, è rapidamente diventato un punto di riferimento per molti Paesi emergenti che cercano alternative ai colossi di Silicon Valley.

Il crollo delle tech americane è un chiaro segnale di come il mondo stia assistendo a una redistribuzione del potere tecnologico. Non si tratta solo di competizione economica, ma di una sfida culturale e ideologica tra due visioni opposte dell’Innovazione. Mentre gli Stati Uniti si sono tradizionalmente affidati al mercato e all’individualismo per stimolare la crescita tecnologica, la Cina ha adottato un modello collettivo, in cui aziende come DeepSeek sono sostenute da un forte apparato statale che favorisce la loro espansione a livello globale.

 

 

 

La centralità della tecnologia nella vita quotidiana rende le scelte economiche e strategiche delle grandi aziende tech anche scelte culturali e politiche. L’approccio cinese si radica in una visione comunitaria e armonica della tecnologia, in cui il progresso non è solo un’opportunità economica, ma uno strumento per migliorare il benessere collettivo. Questo contrasta con il modello americano, che spesso mette al centro la massimizzazione del profitto individuale.

Un esempio significativo di questo contrasto si può osservare confrontando DeepSeek con Google. Mentre quest’ultimo ha costruito il suo impero sulla centralizzazione dei dati e sulla loro trasformazione in pubblicità mirata, DeepSeek punta su una distribuzione più equa dei benefici derivanti dall’Innovazione tecnologica. La sua piattaforma non solo garantisce maggiore trasparenza, ma è progettata per operare in ecosistemi più resilienti, in cui le comunità locali possono integrare le tecnologie globali in modo autonomo.

Se il modello di Innovazione americano è stato il simbolo del XX secolo, il XXI potrebbe essere definito dall’ascesa di un paradigma più globale, in cui approcci differenti convivono e competono per ridefinire il nostro futuro tecnologico.

 

 

Leggi anche: Perché la nuova policy di Facebook non apre a scenari disastrosi

 

 

Questo cambiamento ha implicazioni enormi non solo per il mercato, ma anche per la politica internazionale. La Cina, attraverso aziende come DeepSeek, sta dimostrando che è possibile creare un sistema tecnologico alternativo, capace di attrarre Paesi e comunità che si sentono escluse dal modello occidentale. La sua strategia di promuovere una tecnologia più inclusiva e accessibile sta risuonando in tutto il mondo, soprattutto nei mercati emergenti dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina.

Ma, non siamo qui solo per la teoria! Let’s do some practice! 

Leggendo un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, circa il rischio di censura in DeepSeek, ho subito voluto fare anche io una prova.

Quando un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale decide cosa è vero e cosa no, fino a che punto possiamo fidarci delle sue risposte?

Per testare i limiti di DeepSeek, ho condotto un piccolo “esperimento” su una notizia controversa: la presunta volontà di rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d’America”. Tuttavia, mentre le maggiori testate giornalistiche ne parlavano apertamente, DeepSeek non solo negava la notizia, ma arrivava a dichiarare falsi persino i link a fonti autorevoli.

DeepSeek Cina censura tecnologia globale

Ovviamente, la risposta di DeepSeek è difensiva, il che è comprensibile, dato che il nome non è stato ancora modificato ufficialmente. Tuttavia, la notizia esiste ed è reale, mentre DeepSeek la liquida immediatamente come bufala. È vero che, affinché un cambiamento di tale portata diventi effettivo a livello internazionale, sarebbe necessario un ampio consenso, che al momento non c’è. Ma questo non cambia il fatto che la vicenda rientra in una precisa strategia di Trump e nel suo ordine esecutivo: indipendentemente dall’esito, la notizia c’è e viene riportata dalle principali testate.

 

DeepSeek-Cina-censura-tecnologia-globale

 

Decido così di fornire i link agli articoli delle principali testate giornalistiche che hanno trattato la questione del possibile cambiamento di nome, incluse le informazioni su come la stessa Google, lunedì, abbia affrontato l’argomento con un post ufficiale su X. Nonostante l’evidenza di fonti autorevoli e dichiarazioni pubbliche, DeepSeek continua a insistere nella sua posizione, spingendosi persino oltre: non solo contesta l’interpretazione della notizia, ma arriva a negare fatti verificabili, tentando di smentire ciò che è ormai sotto gli occhi di tutti.

 

DeepSeek Cina censura tecnologia globale

 

A questo punto, non posso che concordare con l’analisi proposta dal Fatto Quotidiano: il comportamento di DeepSeek non si limita a offrire un’interpretazione critica, ma sembra piuttosto un tentativo deliberato di smentire anche fatti oggettivamente dimostrabili, con una dialettica solida, sicura, quasi inappellabile. Inquietante, non trovate?

Per spingermi oltre nell’indagine, ho deciso di fare un’ulteriore prova chiedendo a ChatGPT. Inizialmente, anche l’intelligenza artificiale di OpenAI ha mostrato qualche incertezza sull’argomento, ma dopo un’ulteriore ricerca ha fornito questa risposta:

 

DeepSeek Cina censura tecnologia globale

Questo caso mette in evidenza un aspetto critico della gestione dell’informazione da parte dei modelli di ricerca avanzati. Indipendentemente dalla veridicità della notizia riguardante il cambio di nome del Golfo del Messico, il fatto che testate autorevoli come CNNThe Guardian e Business Insider abbiano riportato la vicenda è incontestabile. Tuttavia, DeepSeek non si è limitato a contestare l’informazione, ma ha addirittura affermato che i link a questi articoli fossero inesistenti o falsi. Questo tipo di intervento non si configura solo come un’opinione divergente, ma come una forma di cancellazione selettiva delle fonti, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sugli eventuali criteri di censura applicati da alcuni sistemi di intelligenza artificiale.

Un’AI che, anziché limitarsi a fornire risposte, sembra voler decidere quali fatti siano degni di esistere.

Ah, per onestà intellettuale, vi lascio di seguito i link degli articoli che avevo segnalato a DeepSeek. Funzionano tutti perfettamente, al contrario di quanto scriveva l’AI.

A cura di

In questo articolo:

Potrebbero interessarti

PODCAST

hacker nasa cybercrime chronicles
Cybersecurity

La storia del giovane hacker che fece tremare la NASA

CYBERCRIME CHRONICLES
con Gabriele Cannizzaro

PODCAST

Cultura e Società

La regia nell’era digitale. Intervista a Giacomo Spaconi

Ospite: Giacomo Spaconi

FUTURA
con Mark Bartucca

PODCAST

Intelligenza artificiale

La mission di Eoliann? Innovare il Climate Tech grazie a dati satellitari e AI

Ospite: Roberto Carnicelli

SMASH
con Sabrina Colandrea

PODCAST

Big Data

Perché la nuova policy di Facebook non apre a scenari disastrosi

Ospite: Stefano Gazzella, Marco Scialdone

A LITTLE PRIVACY, PLEASE!
con Sergio Aracu, Marco Trombadore

PODCAST

Cultura e Società

L’Iran tra resistenza e speranza. La voce dell’attivista Azar Karimi

Ospite: Azar Karimi

FUTURA
con Mark Bartucca

PODCAST

Intelligenza artificiale

Vocations, la startup che rivoluziona l’offerta e la domanda di lavoro

Ospite: Alessio Gavinelli, Alessandro Galli

SMASH
con Gaetano De Monte