Geoffrey Hinton, che nel 2018 ha vinto il “Premio Nobel per l’Informatica” grazie al suo lavoro pionieristico sulle reti neurali, parla degli attuali rischi dell’AI
Geoffrey Hinton, considerato uno dei “Godfathers of AI”, ha recentemente lasciato il suo storico lavoro in Google. Come mai? Secondo un’intervista rilasciata al “New York Times“, questa scelta è stata presa per poter parlare il più liberamente possibile dei rischi dell’intelligenza artificiale. E chi meglio di lui potrebbe farlo? Infatti Hinton, che nel 2018 aveva vinto il Turing Award – ossia il “Premio Nobel per l’Informatica” – per il lavoro fondamentale che ha portato all’attuale boom dell’intelligenza artificiale, ad oggi un po’ rimpiange alcune delle sue scelte.
“Mi consolo con la solita scusa: se non l’avessi realizzato io, l’avrebbe fatto qualcun altro”, ha detto Hinton. “Ma è difficile impedire a cattivi attori” di usare l’intelligenza artificiale per scopi poco etici.
Geoffrey Hinton ha comunicato ad aprile le sue dimissioni all’azienda. Giovedì scorso ha parlato direttamente con il CEO Sundar Pichai.
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L’accademico era entrato a far parte di Google dopo che quest’ultima aveva acquisito una società fondata da Hinton e da due dei suoi studenti, uno dei quali è diventato capo scienziato presso OpenAI. Hinton e i suoi studenti avevano sviluppato una rete neurale che insegnava da sola a identificare ‘oggetti’ comuni come cani, gatti e fiori dopo aver analizzato migliaia di foto. Questo lavoro è diventato, poi, la base di progetti attualmente famosissimi, quali ChatGPT e Google Bard (recentemente, ne abbiamo parlato qui e qui).
Secondo l’intervista al NYT, Hinton ha iniziato ad allarmarsi quando Microsoft ha lanciato il nuovo Bing “infuso di intelligenza artificiale”, sfidando il core business di Google. Secondo il “Godfather” questo tipo di concorrenza potrebbe essere impossibile da fermare, generando così tante immagini e testi falsi che nessuno sarà più in grado di dire “cosa è vero e cosa non lo è”.
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Hinton ha utilizzato Twitter per chiarire la sua posizione sulla gestione e sullo sviluppo delle intelligenze artificiali, soprattutto all’interno di Google:
In the NYT today, Cade Metz implies that I left Google so that I could criticize Google. Actually, I left so that I could talk about the dangers of AI without considering how this impacts Google. Google has acted very responsibly.
— Geoffrey Hinton (@geoffreyhinton) May 1, 2023
Due restano, comunque, le principali preoccupazioni di Hinton. Nell’immediato, senza dubbio, la diffusione della disinformazione. Su una linea temporale più lunga, invece, è preoccupato del ruolo che avrà l’intelligenza artificiale nella progressiva eliminazione dei lavori più meccanici.
“L’idea che questa ‘cosa’ potesse effettivamente diventare più intelligente degli esseri umani… alcune persone ci credevano”, ha detto Hinton al NYT. “Ma la maggior parte di loro pensava che fosse un momento lontano. Ho pensato anch’io che fosse lontano. Pensavo che mancassero dai 30 ai 50 anni o anche di più. Ovviamente non lo penso più”.
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Dal canto suo, Google cerca di rassicurare tutti dopo la diffusione delle parole di Hinton. Infatti, le dichiarazioni dell’informatico sono state poi mitigate da quelle di Jeff Dean, attuale capo scienziato di Google: “Rimaniamo impegnati in un approccio responsabile all’AI. Impariamo continuamente a comprendere i rischi emergenti, innovando allo stesso tempo con coraggio”, ha commentato.
Anche Paolo Gentiloni, commissario UE per l’Economia, ha detto la sua sulle dimissioni di Geoffrey Hinton, affermando che il dibattito sulle AI è ancora molto acceso, poiché all’orizzonte vi sono sia grandi potenzialità sia grandi rischi: “L’Europa lavora per regole del gioco efficaci”, ha chiosato.