La terza e ultima giornata del festival Impatta Disrupt è dedicata ai territori urbani alle prese con le sfide imposte dalle transizioni digitale ed ecologica
Alla vigilia della Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione, l’ultimo appuntamento di Impatta Disrupt 2025 si è aperto con una sessione dedicata ai territori intelligenti densissima di ospiti d’eccezione e di contenuti rilevanti. Al centro del dibattito i territori urbani italiani e le sfide imposte loro dalle transizioni, digitale ed ecologica.
Anche in questa occasione l’obiettivo del festival è stato centrato: dar vita a un luogo di riflessione sull’Innovability, ovvero liberare, attraverso il dialogo e l’ascolto, tutto il potenziale disruptive insito nelle eccellenze italiane e nelle nuove generazioni.

L’ultima giornata di Impatta Disrupt 2025
La centralità dei territori urbani nelle sfide della transizione
Le città sono organismi vivi e, sul fronte innovativo, rappresentano veri e propri laboratori dai quali possono nascere stimoli per la politica.
L’intervista disrupt di apertura, a cura di Chiara Giallonardo, giornalista RAI esperta di sostenibilità, ha visto la partecipazione del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del primo cittadino di Napoli, e Presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi. “Grazie alla lungimiranza del PNRR abbiamo la possibilità di disporre di autobus elettrici, piantare nuovi alberi – ha esordito Gualtieri – ma non possono essere episodi sporadici: devono diventare strutturali”.
Ancora, sul tema delle comunità energetiche, nuovi modelli di condivisione di energia da fonti rinnovabili, il sindaco di Roma ha osservato che “funzionano quanto più i cittadini si mettono insieme”. E ha aggiunto: “Parlare della Terra riporta a parlare dell’uomo. Mettere al centro il legame comunitario migliora anche l’utile individuale. Lo ha detto bene nella Laudato si’ Papa Francesco, la persona non è una monade, ma parte di una comunità“.
La città eterna è cambiata molte volte nei secoli e oggi si trova a dover affrontare nuove sfide imposte dalla contemporaneità. Ma il cambiamento non interessa solo i grandi centri. Lo sa bene il Presidente dell’ANCI: “La concentrazione di persone nelle città è un’opportunità, ma pone anche una sfida. C’è, per esempio, il tema della desertificazione delle aree interne con il relativo invecchiamento di quella fetta di popolazione. Non dimentichiamo che l’Italia è il Paese degli 8mila comuni. Bisogna guardare a uno sviluppo sostenibile e integrato con una politica che non consideri solo le città, ma anche i centri più piccoli. A questo scopo è nata l’Agenda delle città“, ha detto Manfredi.
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Sulla questione delle politiche abitative, si è espresso nuovamente il sindaco di Roma: “Con la nascita del regionalismo le politiche per la casa sono passate alle Regioni, che non hanno avuto, però, risorse e focus sufficienti perché dovevano occuparsi della Sanità. Si è pensato allora che, con fortissimi incentivi fiscali, tutti gli italiani potessero diventare proprietari di casa. Al momento la società tiene ancora, perché il grosso delle persone ha effettivamente una casa, ma non c’è mobilità, non c’è scambio generazionale. Non solo: chi non ha casa, pur lavorando, è in difficoltà per via dell’aumento degli affitti. Ci vorrebbero incentivi all’affitto e basi giuridiche per regolare il mercato degli affitti brevi. L’Affordable Housing è una priorità, ma serve un piano dedicato sul tema, come il PNRR“.
Per Manfredi, ad oggi “le periferie spesso sono luoghi senza identità, dove agli individui manca la capacità di identificarsi come cittadini. A Napoli stiamo demolendo le vele. Ne lasceremo solo una. C’è dietro un’idea di partecipazione sociale. Abbiamo portato l’università a Scampia, progetti di impresa culturale, attività sociali. Vogliamo che diventi un luogo di riqualificazione urbana non solo fisica, ma anche sociale, con le persone protagoniste di questa rinascita”.
Sul tema dell’equità e della giustizia sociale è intervenuto, in collegamento, anche il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI. “La città è un laboratorio permanente di accoglienza, ma pone anche delle sfide. Una delle tante indicazioni disattese che ci è giunta da Papa Francesco è l’invito ad andare tutti in periferia. Il suo primo viaggio è stato a Lampedusa. Bisogna ripartire da lì”. Sempre Zuppi ha richiamato gli ultimi dati pubblicati dall’ISTAT dai quali risulta che il 36% dei nuclei familiari italiani oggi è composto da una sola persona, tendenzialmente sopra i 65 anni, per poi aggiungere: “La dimensione comunitaria si è indebolita e questo accresce paura, senso di incomprensione e inutilità. Un’altra parola di Papa Francesco è prossimità, che è anche un atteggiamento.
A tal proposito, Gualtieri non ha mancato di citare il modello di pianificazione urbana della città dei 15 minuti: “Cerchiamo di costruire quartieri della prossimità, che non siano solo dormitori; riteniamo che questo attivi una grande ricchezza nelle persone. La riprogettazione nasce proprio dalle idee degli individui. Nelle periferie di Roma c’è una vitalità vibrante che dobbiamo saper accogliere e aiutare a esprimersi“.
Cruciale su questo fronte, naturalmente, anche il tema del trasporto pubblico, che deve essere, con le parole di Manfredi, “affidabile, accessibile dal punto di vista economico e capillare, per evitare la marginalizzazione di una fetta di popolazione, che spesso è stata anche fisica, e consentire alle connessioni di realizzarsi nei fatti, e contemplare non solo i cittadini residenti, ma anche gli utenti della città”.
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I comuni italiani tra resilienza e sviluppo urbano
Con la moderazione di Massimiliano Menichetti, vice direttore dei Media Vaticani e responsabile di Radio Vaticana e Vatican News, il panel sui comuni e sullo sviluppo urbano ha visto la partecipazione di Veronica Nicotra, Segretaria generale dell’ANCI, e dell’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi.
Sulla resilienza dei comuni naturalmente l’ANCI è in prima linea. Questo il commento della Segretaria generale:
“Se guardiamo la cronaca alle nostre spalle, veniamo da un periodo di forti vincoli alla finanza pubblica italiana. I comuni sono stati i principali contributori. A partire dal 2015, l’ANCI ha portato avanti una battaglia cercando di far comprendere che si stava verificando una forte diminuzione della capacità economica dei comuni, che nel frattempo sono diventati fragili. Si pensi alle 80mila unità in meno di personale amministrativo. Questo ha inevitabilmente fermato un po’ le macchine […]. Peggio del Covid ci può essere solo perdere le opportunità offerte dal PNRR, cifre che prima non abbiamo mai visto. Il mio auspicio è che non si torni al passato, ma si faccia squadra per portare l’Italia al superamento delle nuove sfide”.

Quanto allo sviluppo urbano, l’Assessora Alfonsi ha richiamato la Best Practice delle comunità energetiche e ha citato gli orti urbani, una realtà che coinvolge più di 3.500 famiglie. Entrambi gli esempi costituiscono nuovi fattori aggreganti per i cittadini. “Dopo il Covid gli spazi verdi sono diventati l’equivalente del giardino di casa propria”, ha commentato.
Sul tema della rigenerazione delle periferie, poi, c’è il progetto dei 100 parchi per Roma “che creano connessioni ambientali perché tutti possano vivere allo stesso modo il verde, ossigeno della città”. Non solo. “Roma è tra le 9 città italiane e le 100 europee che cercano di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, invece che entro il 2050“, ha spiegato l’Assessora. “Il 21 aprile, oltre che la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione, è anche il Natale di Roma, deve essere la rinascita in materia di sostenibilità!”.
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L’intervento del Ministro Gilberto Pichetto Fratin

Stimolato dalle domande del direttore di Rinnovabili, Mauro Spagnolo, Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha fornito ulteriori spunti sul focus della giornata. “Rispetto alla CoP21 di Parigi e alla Laudato si’ del 2015 c’è una consapevolezza completamente diversa”, ha esordito il Ministro. “Prima non c’era percezione del tema ambientale. Si pensi solo che è entrato nella nostra Costituzione nel 2022 con l’art. 41. Negli ultimi 10 anni anche la sensibilità individuale e il sistema produttivo hanno fatto passi da gigante in materia”.
Ancora, sul tema energia, Pichetto Fratin ha spiegato che l’Italia è interconnessa con l’Europa:
“In questo momento importiamo, ma fra un quarto d’ora puo darsi che staremo esportando. Non è possibile un nostro disallineamento rispetto al resto d’Europa. Il prezzo dell’energia elettrica è determinato dal riferimento all’impianto peggiore nel momento peggiore della giornata. Dove sta allora la sfida? Nell’aumentare le energie rinnovabili fino a ribaltare questo rapporto o comunque diminuire questo peso. Ipotizzo che ci vorranno un paio d’anni per cambiare il criterio”.
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Città metropolitane, territori intelligenti per un futuro sostenibile
Di nuovo con la moderazione di Chiara Giallonardo, il panel dedicato alle città metropolitane ha visto confrontarsi altri ospiti d’eccezione.
Tullio Del Sette, Commissario straordinario di ACI – Automobile Club d’Italia – ente pubblico autofinanziato, che, tra le altre funzioni, annovera la promozione, il controllo e l’indirizzo normativo del settore automobilistico – ne ha presentato le diverse articolazioni, citando anche la Fondazione Filippo Caracciolo, che svolge attività di Ricerca sulla mobilità. E non è tutto, c’è “la banca dati del pubblico registro automobilistico, uno strumento utile sia per i decisori sia per i cittadini“, ha spiegato Del Sette. “Abbiamo dati aggiornati a fine 2023: sono oltre 83 milioni i mezzi circolanti in Italia. Tra questi, 41 milioni sono automobili, più del 39% delle quali con più di 15 anni. Un dato significativo sotto vari profili, non da ultimo quello ambientale. A Roma ci sono 3,6 milioni di veicoli, 2 milioni e 800mila sono autovetture, 70mila delle quali tra Euro 2, Euro 1 ed Euro 0. Senza contare i veicoli fantasma, ovvero senza revisione, che possono anche favorire la criminalità”.
È innegabile: serve un piano urbano integrato per affrontare le diverse complessità di Roma. Così Pierpaola D’Alessandro, vice direttrice generale vicaria di Roma Capitale: “Le città intelligenti non hanno periferie e nemmeno Roma vuole averne. Al loro posto vorremmo tante città nelle città che abbiano tutte le cose utili a portata di 15 minuti. Cerchiamo di liberare le periferie sopratutto dall’afflizione delle dipendenze dalle droghe. Il mio appello è di starne alla larga, è la cosa più intelligente da fare come abitanti di territori intelligenti”.

Sulla necessità di coinvolgere i cittadini nel cambiamento, è intervenuta Giulia Tempesta, Presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea capitolina: “Rispetto alle amministrazioni del passato, la nostra sta aggredendo il tema delle transizioni. Un punto che preme tutti noi è che non c’è transizione ecologica e sostenibilità ambientale se non c’è giustisia sociale […]. Ad esempio, abbiamo lanciato l’iniziativa della metrebus card a 50 euro anziché 150. Amplieremo la gamma delle esenzioni. Non basta, ma occasioni come questa servono a ragionare sugli ulteriori miglioramenti possibili”.
Francesco Nazzaro è il Capo di Gabinetto della Città Metropolitana di Roma Capitale, un ente che si sta rimodellando per affrontare le sfide contemporanee. “Stamattina ha parlato anche il sindaco Gualtieri, che è sindaco anche della Città Metropolitana, che ha ereditato la vecchia Provincia”, ha esordito Nazzaro. Poi ha continuato: “120 comuni, con annesse aree agricole e boscose, si tratta di un territorio peculiare. Produciamo dati in flusso continuo, ma non sempre riusciamo né a intercettarli né a comprenderli […]. Non c’è solo il tema Smart City, di recente si parla anche di Quantum Smart City, che tra le altre cose consente di conoscere anche il sottosuolo delle città. La Città Metropolitana, avendo un livello più alto di coordinamento ha cambiato l’organizzazione, non più per silos, ma accorpando i vecchi Dipartimenti per area di interesse, chiamandoli hub. Dobbiamo porci sulla filiera innovativa, comprendere i dati, mettere assieme tanti attori diversi, come ad esempio i Consorzi di bonifica”.
Sulle complessità poste da territori tanto articolati, e di nuovo sui temi “città dei 15 minuti” e “città nelle città” come alternativa alle attuali periferie, è intervenuto, in collegamento, anche Vittorio Loreto, direttore di Sony Computer Science Laboratories Rome:
“L’accessibilità ai servizi degrada allontanandosi dal centro urbano. È possibile redistribuire i servizi o ripianificarli in modo da far avere un accesso di prossimità a una fetta più ampia della popolazione? Sì, lo è nelle città europee; è interessante l’idea di provare a identificare altre soluzioni per i territori cosiddetti intermedi o addirittura rurali. Ma come si fa a immaginare la prossimità senza un’alta densità abitativa? Attraverso soluzioni creative e non standard“.
In chiusura gli ha fatto eco Nazzaro, sostenendo la necessità, oltre che di soluzioni creative, di alleanze con la cittadinanza, con i corpi intermedi e con le altre istituzioni.
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Ripensare le nostre città a partire dall’acqua
L’ultimo panel della mattinata, di nuovo con la moderazione di Massimiliano Menichetti, ha trattato il tema dell’acqua come leva per ripensare i territori, anche in risposta a eventuali situazioni di emergenza. “Il tema è sempre più importante per via della sua scarsità e del cambiamento climatico”, ha commentato Rosanna Capone, a capo del Dipartimento Ambiente della Città Metropolitana di Roma Capitale. “Nella nostra città, però, il gestore è ottimo e proiettato verso le nuove necessità”.
Così, invece, Edoardo Zanchini, direttore dell’Ufficio Clima di Roma Capitale: “Abbiamo elaborato una strategia guardando a come potrebbe cambiare la situazione nei prossimi 50 anni, migliorando sul fronte delle perdite e sul riutilizzo dell’acqua per tutti gli usi compatibili“.
Non solo: è in corso a Roma un programma che prevede siano piantati 600mila alberi, dando priorità alle aree che sono risultate più calde a seguito di analisi, come la zona Est della città. Tra gli effetti benefici della presenza degli alberi, infatti, c’è la riduzione della temperatura, ma anche queste nuove piante necessiteranno di essere irrigate attraverso il recupero di acqua piovana.

L’acqua di Roma è approviggionata dalle sorgenti Farfa e Peschiera, per cui la sua qualità è incomparabile a quella dell’acqua disponibile in altre Capitali. L’acqua, però, è un bene prezioso, che va curato, perché portarla in città dalla montagna è un’impresa.
Claudio Cosentino, Presidente di ACEA ATO2, la società del Gruppo Acea per il servizio idrico integrato di Roma e Provincia, ha aggiunto:
“Le infrastrutture idriche su cui tutti gli italiani vivono e si appoggiano sono state realizzate dai 100 ai 50 anni fa. Vanno rinnovate, con una prospettiva diversa. Non possiamo guardare al passato per progettare il nuovo, ma provare a immaginare cosa ci aspetta nel futuro. Il primo obiettivo di ACEA è la riduzione dei prelievi di acqua dall’ambiente. Con la digitalizzazione e la sensoristica dobbiamo seguitare a monitorare in tempo reale dove distribuiamo la risorsa idrica, da lì fare dei bilanci e ridurre le perdite, che in effetti oggi sono in linea con l’Europa. Inoltre, dobbiamo rinnovare la rete capendo quali pezzi ne hanno maggiormente bisogno. L’intelligenza artificiale può aiutarci a identificare le priorità“.
Stimolati, da ultimo, a ragionare sul futuro di Roma, Capone ha richiamato i concetti di consapevolezza e responsabilità di ogni cittadino, Zanchini, a sua volta, ha sottolineato che, affinché le opere lanciate siano realizzate e la città continui a trasformarsi, serve il supporto di cittadini e imprese.
Cosentino ha auspicato un’evoluzione del servizio idrico in ottica tecnologica, ma anche sostenibile, con il ricorso al riuso e al ricircolo, e personalizzata, per dare risposte al singolo cittadino. “È fondamentale che lo sforzo di ammodernamento sia condiviso, non solo dall’amministrazione e dai gestori. Deve coinvolgere i comportamenti di tutti. Dobbiamo spenderci per consumare meno, ognuno deve fare la sua parte”, ha concluso il Presidente di ACEA ATO2.
Nel pomeriggio si è parlato anche di Finanza d’impatto, qui il programma dettagliato.
Invece, per recuperare i temi precedenti trattati da Impatta Disrupt 2025, qui trovate il resoconto della prima giornata, dedicata a Space Technology, cybersicurezza e AI, mentre qui potete leggere il resoconto della seconda giornata, focalizzata sull’Innovazione in campo sanitario.