Coordinamento sociale, tra co-design e co-ownership
Un nuovo appuntamento con lo Speciale Radio Activa. Oggi il nostro speaker Marco Borgherese, Vice Presidente del Gruppo Activa, ha intervistato Luciano Floridi, Professore di Filosofia ed Etica dell’Informazione presso l’University of Oxford, dove è anche direttore del Digital Ethics Lab dell’Oxford Internet Institute, e Professore di Sociologia della Comunicazione presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
In questa terza parte dell’intervista abbiamo trattato il tema del coordinamento sociale, una questione di enorme importanza data la complessità della società in cui viviamo. Il nostro presente vive di accumulazione: ogni giorno che passa si aggiungono sempre più componenti e sempre più livelli di innovazione. Come districarsi in questo sconfinato universo? Cosa sta progettando il mondo politico per governare questa complessità? C’è un piano?
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Per riuscire a non perdersi in questo oceano digitale, Luciano Floridi ha sottolineato che sono necessari tre elementi fondamentali:
“Coordinamento, collaborazione e cooperazione. Facciamo tutto quanto, tutto insieme e tutti insieme ed è per questo che ci deve essere anche co-design. Vuol dire che ognuno deve assumersi l’onere dei costi e il privilegio dei benefici. La sconfitta è sempre del team e questo in democrazia è fondamentale perché il co-design è anche co-ownership, cioè la co-proprietà di sbagli e conquiste. Siamo tutti sulla stessa barca, non è mai colpa di qualcun altro. Questo perché più i sistemi sono distribuiti più bisogna collaborare!”
Inoltre, in un panorama tanto variegato, a detta di Floridi, le regole sono imprescindibili e devono essere forti e robuste. La nostra cultura individualistica, invece, spesso non permette di trovare soluzioni universali per il bene pubblico. Come sbloccare la situazione?
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Per tornare a essere cittadini consapevoli, e non più seguaci, bisognerebbe rendere i diversi partiti accountable. Oggi invece sembriamo seguire lo stesso megafono, come fosse la nostra squadra del cuore. Lasciamo il “tifo” sugli spalti e ricominciamo a chiederci che cosa vogliamo dai nostri rappresentanti, che cosa stanno facendo per i nostri interessi? Perché continuiamo ad ascoltare quella sirena “no matter what”?
Francesca Ponchielli