Intervista a Michela Piccione, la donna che ha denunciato gli sfruttamenti del Call Center illegale in cui lavorava
Quando una mattina di dicembre è squillato il telefono, Michela Piccione non poteva credere che all’altro capo della cornetta ci fosse la Segretaria del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A 36 anni, con 18 di precariato alle spalle, Piccione ha denunciato gli sfruttamenti del Call Center illegale in cui lavorava. Oggi è Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica.
In questo episodio di It’s raining bots, ospite di paolo Emilio Colombo, racconta la sua storia.
Il Call Center di Taranto, successivamente chiuso, dopo l’esposto presentato all’Ispettorato del lavoro, era un sottoscala buio di tre stanzette senza riscaldamento. Le operatrici ricevevano paghe al limite della schiavitù arrivando a percepire un minimo di 33 centesimi l’ora e un massimo di 1,18 euro, a fronte della paga oraria di 6,51 euro prevista dal contratto nazionale. Era loro concessa una sola pausa di 15 minuti su 6 ore di lavoro e l’alzarsi dalla propria postazione poteva essere motivo di tagli allo stipendio. “Mettevamo un euro a testa per comprare la carta igienica”, racconta Piccione.
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Non è stato un percorso facile, quello della nostra ospite che, insieme ad altre quattro colleghe, ha sporto denuncia all’Ispettorato e ai sindacati. Per tre anni ha lottato per farsi ascoltare dalle autorità e dagli esponenti politici locali e nazionali. Una delle sue colleghe aveva percepito 90 euro di stipendio nel mese di dicembre: “Ha dovuto spiegare ai suoi figli che Babbo Natale non sarebbe arrivato”.
“Dopo l’onoreficienza ho ricevuto un’offerta di lavoro da parte di Tim con un contratto a tempo indeterminato”, racconta ancora Piccione. “Ho deciso, però, di rinunciare per non sentirmi una privilegiata e per potermi dedicare ai miei figli”. Quel posto Michela avrebbe voluto cederlo a una delle colleghe con le quali aveva denunciato lo sfruttamento del Call Center illegale. “Mi hanno detto che non era possibile”, spiega con rammarico. Adesso proseguirà con il suo lavoro di addetta alla sanificazione dei reparti Covid nell’Ospedale Giannuzzi di Manduria.
Luisa Vittoria Amen
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