Il mondo delle recensioni fasulle
È recente la notizia del ban di Amazon nei confronti di Aukey, nota casa produttrice di accessori di qualità. Cuffiette, powerbank, webcam, cavetteria sono solo alcuni accessori che Aukey distribuiva sul marketplace di Amazon. Una fonte di guadagno per il colosso di Jeff Bezos che adesso non c’è più.
Il motivo del ban sembrerebbe risiedere in alcune recensioni pilotate dalla stessa Aukey che, grazie a feedback generosi (ma soprattutto comprati) a 5 stelle, riusciva a piazzare i propri prodotti meglio rispetto alla concorrenza. Da qui il ban di Amazon: Aukey ottiene il ban sulla sua piattaforma per via di politiche commerciali scorrette.
Piccola considerazione personale al margine della situazione: Aukey vende prodotti di qualità medio-alta. Insieme a merce dalle caratteristiche tecniche discutibili, era facile trovare merce di qualità decisamente buona. A mio avviso non aveva bisogno di pagare recensioni fasulle.
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Io mi chiedo: ma dov’è la notizia? Questa è una prassi consolidata e non affatto nuova. Mi spiego: circa 8 anni fa, conobbi un gruppo di persone che lavora per un’agenzia la quale concedeva, tramite una nota piattaforma social, recensioni generose ai ristoranti e locali, in modo tale che determinati luoghi d’incontro diventassero preferibili rispetto ad altro. Il meccanismo è semplice:
- le aziende pagano le agenzie per delle campagne marketing;
- le agenzie assoldano gente per pubblicare recensioni positive sulla piattaforma;
- le false recensioni positive attraggono clienti verso le aziende che hanno pagato;
Il mondo delle recensioni è pieno zeppo anche di false recensioni negative lasciate dai concorrenti di un’attività. Ricordo limpidamente che qui dove abito io, aprì un ristorante il quale era (ed è) molto attento alla clientela, al servizio e alla qualità degli alimenti. Un esempio? A differenza di coloro che vendevano cornetti decongelati, loro avevano il pasticcere che li preparava la mattina. E la differenza a livello di gusto la si sentiva molto. Bene: il famoso social che lascia la possibilità di recensire i locali era pieno zeppo di commenti negativi di un utente (il cui nickname coincideva col cognome di un competitor!) che vertevano proprio sul servizio e sulla qualità degli alimenti. Da non credere.
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Ora un’altra domanda (oggi sono pieno di domande!): ma se questo meccanismo perverso lo conosco anche io che non sono nessuno, è mai possibile che non lo conoscesse AMAZON?!? Eppure è semplice, per un umano, riconoscere un commento di uno che le recensioni le fa per mestiere. Un contenuto pubblicato bene ha una sua struttura facilmente riconoscibile che è diversa da quella che lascerebbe un acquirente qualsiasi.
Personalmente ho ricevuto la stessa proposta che Aukey faceva ai recensori fasulli, anche io e la collaborazione ma da parte di un altro brand. E vi diro di più: è stata avviata con lo stesso modus operandi. Ma spiego meglio le cose:
- mi contatta un brand che mi propone la recensione positiva a 5 stelle di un prodotto costoso
- il patto consisteva nell’acquisto da parte mia del prodotto e, dopo il rilascio di una recensione a 5 stelle su Amazon, avrei avuto il rimborso del costo dell’oggetto via Paypal
- io penso: non è corretto, però sto al gioco. Anche perché qualora non avesse meritato le 5 stelle, allora avrei restituito il prodotto ad Amazon ottenendo il rimborso; se davvero è buono, pensai, riesco a trattenere l’oggetto. Insomma, zero rischi a livello economico e soprattutto a livello di credibilità
- l’oggetto, a parere mio, era davvero un affare tant’è che realizzai il video anche sul canale Youtube e dedicai un post anche sul mio blog.
Fin qui tutto bello ma il rischio di eseguire queste operazioni è semplice da intuire: davanti a una situazione nella quale si può approfittare della situazioni, quanti recensori restituirebbero il prodotto rinunciando a portarselo a casa? Volete la risposta? Pochissimi, forse solo quelli che come me, basano la loro attività sulla credibilità, mettendoci la faccia ogni settimana.
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A parere mio esistono altri modi per poter sfondare senza ricorrere a recensioni pilotate. Basta selezionare i recensori corretti (li si riconoscono immediatamente), dare loro il prodotto e, se costa tanto, concordare anche una recensione a un costo minore rispetto a quello di produzione. Ma soprattutto… lasciare che siano gli utenti veri a lasciare le recensioni. In questo c’è un rischio che Aukey e C. che non vogliono correre: la possibilità di incappare in una recensione negativa oppure non soddisfacente al 100%. Rischio che viene da loro azzerato perché si ha diritto al rimborso solo con una recensione positiva a 5 stelle.
Finisco con un consiglio ulteriore: quando vedete un oggetto recensito particolarmente bene anche su Amazon, diffidate della recensione. Prendete in considerazione solo quelle (anche a 5 stelle) scritte alla meno peggio.
Francesco Renzo