Il futuro del GovTech in Italia dipende dalla capacità di colmare le disparità digitali e di innovare continuamente, coinvolgendo tutte le parti interessate nel processo di trasformazione digitale. E a Roma?
Il GovTech, ovvero l’insieme di tecnologie applicate alla governance pubblica, sta rapidamente trasformando il modo in cui i governi operano e interagiscono con i cittadini, con una crescita che porterà il settore a valere oltre un trilione di dollari entro il 2028. Questa espansione è spinta dalla necessità dei governi di rendere i loro servizi più efficienti ed efficaci per cittadini e imprese, aumentando al contempo la fiducia nelle istituzioni pubbliche.
Un passo significativo è stato segnato dal World Economic Forum 2024 con l’annuncio della creazione, a Berlino, del Global Government Technology Centre, un’iniziativa guidata dal GovTech Campus Deutschland, che si concentrerà sull’applicazione delle tecnologie emergenti all’interno delle organizzazioni pubbliche e fungerà da hub per la rete GovTech del World Economic Forum per accelerare la Digital Transformation dei governi su scala globale.
E in Italia? La digitalizzazione della PA ha visto un’accelerazione significativa negli ultimi anni, spinta dalla necessità di modernizzare i servizi pubblici, diventata ancora più evidente durante e post pandemia di Covid-19. Affinché il GovTech sia veramente trasformativo, però, è essenziale che i decisori politici adottino un nuovo approccio verso il cambiamento, ma integrando nelle proprie pratiche una serie di strumenti innovativi per affrontare le sfide pubbliche.
Progetti come l’identità digitale Aadhaar in India o il sistema di pagamenti digitali Pix in Brasile dimostrano che il GovTech si rivela davvero efficace quando mette al centro le persone e i loro bisogni.
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Per far sì che raggiunga il suo pieno potenziale, però, è necessario non solo investire in tecnologia, ma anche promuovere un pensiero creativo e laterale all’interno delle istituzioni pubbliche. Questo richiede il coinvolgimento di giovani talenti tecnologici attraverso partnership tra pubblico e privato e iniziative di condivisione della conoscenza. Non solo: il GovTech richiede una mentalità imprenditoriale che unisca competenze diverse, attingendo a intuizioni di responsabili politici, accademici, sviluppatori, nonché dei cittadini stessi, affinché le tecnologie adottate rispondano efficacemente alle esigenze della società.
A Roma la sfida è ardua, data anche la divisione in 15 Municipi, ciascuno con le sue peculiarità e con i suoi bisogni.
La digitalizzazione dei servizi pubblici, nella Capitale come nel resto d’Italia, si scontra ancora con una serie di ostacoli significativi. Tra questi la mancanza di competenze tecniche all’interno della pubblica amministrazione, ad esempio quelle necessarie a valutare e implementare efficacemente le innovazioni proposte dalle startup del territorio.
La manifestazione diffusa Rome Future Week, nelle prime due edizioni, ha messo in luce le grandi potenzialità di Roma come hub di Innovazione, ma ha anche inevitabilmente evidenziato quanto la Capitale sia ancora lontana dal diventare un modello verso cui tendere.
Roma ha fatto passi avanti nella digitalizzazione dei servizi pubblici, ma rimangono aree critiche che necessitano di sviluppo, ad esempio per quanto riguarda i servizi rivolti alle fasce più deboli della popolazione, quelle per cui la digitalizzazione risulta ancora lontana.
Ascolta anche: La digitalizzazione della PA, una sfida possibile
Sul tema GovTech, su come si possa calare nel contesto del Lazio, e di Roma in particolare, abbiamo raccolto il contributo di Maurizio Veloccia, Assessore all’Urbanistica e alla Città dei 15 minuti di Roma Capitale ma, prima ancora, ingegnere elettronico esperto in materia di sistemi informativi e di comunicazione, con grande esperienza nella digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Tra le altre cose, nel biennio 2016-2018, per LAZIOcrea Veloccia è stato responsabile del progetto di monitoraggio degli obiettivi strategici della Regione Lazio nell’ambito dell’Innovazione tecnologica. Nel corso della conversazione ci siamo fatti raccontare quali azioni erano state messe in campo allora per favorire l’accesso e l’uso di Internet, diffondere l’identità digitale tra la popolazione e sostenere la trasformazione digitale delle imprese del territorio.
Una nota positiva nel contesto romano è stata l’istituzione all’inizio del 2023 della Consulta Roma Smart City Lab, un organismo consultivo di supporto all’amministrazione capitolina che permette a tutti gli abitanti di Roma di avvicinare il governo cittadino in modo che le loro idee sulla Capitale possano sperare di realizzarsi e con loro l’utopia di Roma Smart City.
La Consulta, che ha la stessa forza di un consigliere e può presentare atti in Consiglio, nonché dare pareri non vincolanti su tutti gli atti dell’amministrazione che trattano di Smart City e in generale di Innovazione, è stata fortemente voluta dal consigliere capitolino Riccardo Corbucci, Presidente della Commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione Tecnologica.
Per saperne di più su questo organismo consultivo, direttamente dalla voce di Corbucci, e per scoprire, ancora con le parole dell’Assessore Veloccia, qual è la scommessa per la Roma del futuro, non vi resta che premere play!
Play again per ascoltare l’intervista di Vittorio Verardi a Federico Costa, founder di Prontoaccise, una startup innovativa che si pone l’ambizioso obiettivo di snellire i processi burocratici.
L’episodio “GovTech” chiude la prima stagione di Rome Smart Hub, un’iniziativa di Radio Activa Plus, in collaborazione con Needs Startup Association, che punta i riflettori sull’ecosistema dell’Innovazione del Lazio e sul futuro della Capitale in chiave smart.
S. C.