WOW - WOMEN ON WEB

MARA MARZOCCHI (Codemotion): Donne, STEM e il genio interrotto

Stereotipi, barriere culturali e il divario di genere nelle discipline STEM. Ne parliamo in questo nuovo episodio di WoW – Women on Web con Mara Marzocchi di Codemotion, per un’analisi tra dati, esperienze e possibili soluzioni

 

 

“Se le donne non esistessero, tutto il mondo sarebbe un enorme errore di calcolo”. Così scriveva il filosofo Friedrich Nietzsche, e mai citazione potrebbe essere più attuale nel dibattito sulle discipline STEM. La tecnologia e la Scienza dovrebbero essere strumenti di progresso per tutti, eppure, ancora oggi, il contributo femminile in questi settori viene ostacolato, sottovalutato o persino cancellato. Come si è arrivati a questo punto? E come possiamo cambiare la rotta?

Nell’ultimo episodio di WoW – Women on Web, condotto da Federica Meta e Francesca Pucci, con ospite Mara Marzocchi, co-fondatrice di Codemotion, si discute proprio di questo: “Non è vero che alle ragazze non piace la tecnologia – spiega Marzocchi – è il contesto che le disincentiva a proseguire. Se non vedono nessuna ricoprire questi ruoli, finiscono per pensare che quel mondo non sia fatto per loro”.

Un divario che – tra l’altro – inizia presto: secondo dati di Eurostat, le ragazze tra i 16 e i 19 anni in Europa possiedono, in media, competenze digitali di base superiori rispetto ai loro coetanei maschi. Eppure, quando si passa alla scelta universitaria, la percentuale di donne che si iscrive a corsi di laurea in Informatica e tecnologie ICT precipita al 16,8% in Italia. Cosa succede in questo arco di tempo?

Marzocchi riporta uno studio di Microsoft del 2018 che evidenzia un fenomeno preoccupante: tra gli 11 e i 13 anni, le ragazze mostrano un forte interesse per le materie STEM, ma tra i 15 e i 17 anni questo entusiasmo crolla. “Il problema non è la mancanza di interesse, ma di rappresentazione. Servirebbero più modelli femminili nelle scuole, più docenti donne nelle materie tecniche, più esperienze pratiche”, sottolinea Marzocchi. “Le ragazze devono potersi vedere nel futuro che desiderano, altrimenti quel futuro non sembrerà mai una possibilità reale”.

 

 

Ascolta anche Meta e diversità: la “rivoluzione conservatrice” che rafforza vecchi privilegi

 

 

Pensiamo al linguaggio che ci circonda: quante volte abbiamo sentito dire che una ragazza è “portata” per le materie umanistiche, mentre dei ragazzi che sono “naturalmente inclini” alla Matematica? Sono messaggi sottili, spesso inconsapevoli, che però plasmano l’autopercezione delle studentesse.

Anche il mondo del lavoro non è esente da barriere. Il Gender Pay Gap nelle professioni STEM è ancora molto marcato: nel 2017, la differenza salariale tra ingegneri e ingegnere in Italia arrivava al 30%. “Perché dovrei essere pagata un terzo in meno di un mio collega?”, si chiede Marzocchi. Questa disparità non è solo ingiusta, ma rappresenta un deterrente per molte giovani donne, che vedono in questi settori un ambiente ostile e poco accogliente.

Marzocchi sottolinea l’importanza di cambiare questo paradigma: “Se le ragazze scoprono che con la tecnologia possono risolvere problemi reali, allora cambia tutto. Per questo dobbiamo integrare l’insegnamento delle STEM con applicazioni pratiche e multidisciplinari”.

Per le soluzioni, vi lascio all’ascolto del podcast – altrimenti che gusto ci sarebbe?

Dal personalissimo punto di vista di chi scrive, invece, un piccolo spunto in più posso lasciarvelo. Dovremmo rendere la scuola più interdisciplinare, collegando Scienza, Storia, Filosofia e Arte per mostrare il contributo delle donne e delle culture non occidentali al progresso umano; superare la logica della competizione e valorizzare la collaborazione, creando ambienti scolastici più inclusivi: il nostro sistema scolastico si basa sul merito, ma il merito non è mai neutrale (chi parte avvantaggiato culturalmente, economicamente o socialmente, ha più possibilità di emergere. E chi parte svantaggiato si convince di “non essere portato”).

Le ragazze non hanno bisogno di essere “salvate” o “guidate” verso la tecnologia. Hanno solo bisogno di un contesto che non le spinga fuori.

 

 

Approndisci con: Da Sofja Kovalevskaja a Katherine Johnson, un’installazione co-intesta le vie di Roma alle scienziate 

 

 

Il modo in cui raccontiamo la storia è già di per sé un filtro culturale potentissimo. Se sin da piccoli impariamo che le scoperte scientifiche e le innovazioni sono state fatte quasi esclusivamente da uomini europei, interiorizziamo – spesso senza accorgercene – l’idea che il genio sia maschile e occidentale. E invece non è così.

Ci sono state innumerevoli donne scienziate, filosofe, inventrici, ma queste figure spesso vengono ridotte a note a margine, come se il loro contributo fosse eccezionale anziché parte integrante del progresso umano. Pensiamo ad Ada Lovelace, la prima programmatrice della storia; Hypatia di Alessandria, matematica e astronoma nel IV secolo; Katherine Johnson, che con i suoi calcoli ha permesso alla NASA di mandare l’uomo sulla Luna. Queste figure dovrebbero essere insegnate al pari di Newton o Einstein.

E poi c’è il problema dell’eurocentrismo: sembra che la Scienza e la Filosofia siano nate e si siano sviluppate solo in Europa, mentre invece le culture araba, cinese, indiana e africana hanno apportato dei contributi fondamentali. Perché a scuola non si studiano i progressi medici della Medicina persiana? O le matematiche dell’antica India?

Se i programmi scolastici diventassero meno uomo-centrici e meno occidentali, probabilmente più bambine si identificherebbero con modelli femminili storici, vedendo che la Scienza e la tecnologia non sono “cose da uomini”.

La prossima volta che vedrete una bambina incuriosita da un esperimento scientifico o entusiasta per un piccolo progetto di coding, ricordatevi: il futuro dell’Innovazione dipende anche dalla possibilità che le daremo di coltivare quella passione senza ostacoli.

T. Sharon Vani

 

Leggi anche Vie libere alle donne: presentato a Roma il progetto ‘nDonnamo

Ospite

Mara Marzocchi

Mara Marzocchi è Co-Founder di Codemotion e membro dell’M71A. Da sempre appassionata di tecnologia, per Codemotion Marzocchi si occupa dei contenuti, dell’ingaggio della Tech Community e della relazione con gli sviluppatori e le sviluppatrici. Diversity e Inclusion sono la sua missione. 

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