La storia dell’uomo torturato per la password delle criptovalute

29 Maggio 2025

Un uomo della provincia di Torino è stato percosso con fili elettrici a New York perché non ha voluto rivelare al suo aguzzino la password dei Bitcoin

È il 23 maggio scorso quando l’Ansa batte un lancio da New York e riferisce una storia dai contorni inquietanti. Un uomo italiano, Michael Valentino, originario di Rivoli, in provincia di Torino, è stato sequestrato e torturato per diverse settimane in un albergo di New York.

L’uomo ha 28 anni, è incensurato e vive da un po’ di tempo negli States dopo un diploma conseguito al liceo artistico di Torino. È un esperto di permacultura, un sistema di progettazione del territorio che integra armoniosamente l’uomo con l’ambiente. Sono le prime e uniche informazioni da subito trapelate in Italia. Nel corso dei giorni seguenti, poi, la storia si è arricchita di nuovi particolari.

A cominciare dal fatto che dopo l’arresto del presunto torturatore, John Woeltz, questo il nome dell’uomo, è emerso che Michael Valentino è stato percosso con fili elettrici, colpito con un’arma da fuoco, appeso dalla rampa delle scale all’ultimo piano dell’appartamento dove abitava. Il movente delle torture sarebbe stato costringere l’uomo italiano a consegnare le password del suo account su una piattaforma di criptovalute.

Intanto, come ha raccontato il Daily News, che è tra i quotidiani più letti nel continente Nord-americano, John Woeltz si trova in carcere senza cauzione. Così ha deciso il tribunale federale di New York. I procuratori non hanno concesso nessuna attenuante all’uomo, vista la gravita delle accuse, tra cui quella di aver minacciato Michael Valentino di far del male alla sua famiglia. Ma c’è di più.

Insieme a Woeltz, la polizia avrebbe fermato, ma non arrestato, nei pressi del suo appartamento di Chelsea una donna originaria di Latina. Sentita dal New York Post, che ha pubblicato alcuni dettagli esclusivi della storia (tra cui le foto della casa degli orrori), Beatrice Folchi, questo il nome della donna, non ha voluto commentare la vicenda. Di lei, si sa soltanto che ha studiato Comunicazione e Filosofia all’università del Connecticut e che ha lavorato nel mondo delle auto di lusso.

Tuttavia, come ha riportato Today, proprio ieri è stato arrestato un secondo complice, William Duplessie, proprietario dell’immobile extralusso diventato il luogo delle torture per il giovane italiano.

Altri particolari della storia sono quelli che ha rivelato in Italia la rivista Vanity Fair. Come il fatto che John Woeltz avrebbe torturato Michael Valentino per due settimane, fino alla fuga, avvenuta proprio nel giorno in cui avrebbe potuto essere ucciso, visto che ormai aveva dato a Woeltz ciò che cercava, cioè la password del suo conto di criptovalute.

Questa è la storia inquietante di un estorsione, un crimine avvenuto per motivi economici, ma anche di una Spy Story i cui tratti non sono ancora stati chiariti del tutto. Quello che è certo è che la vicenda si colloca all’interno di una materia complessa qual è quella delle monete digitali, una realtà la cui descrizione, anche tra gli operatori, oscilla tra il paradiso e l’inferno.

È altrettanto certo è che le criptovalute sono un universo variegato, nate nel 2008 e prodotte in quantità limitate, poi registrate sulla blockchain, cioè un registro elettronico immodificabile, oggi sono in continua evoluzione, rimanendo per qualcuno il sogno di possedere una moneta con un proprio valore, svincolato sia dai governi sia dalle banche centrali.

Gaetano De Monte