Activa Digital è la nuova realtà composta dalle società ICT del Gruppo Activa che si pone l’obiettivo di proporre soluzioni integrate, modulari e innovative per consentire a imprese e PA di diventare protagoniste del proprio settore e capaci di governare la Digital Transformation
Venerdì 7 luglio 2023, presso la Sala Congressi dell’A.Roma Lifestyle Hotel, a Roma, l’amministratore delegato Marco Borgherese ha aperto la presentazione di Activa Digital, davanti a una platea di circa 200 dipendenti delle diverse aziende che costituiscono il Gruppo Activa, emozionato e soddisfatto per quello che è al contempo un traguardo e un calcio d’inizio. “Il DNA tecnologico e innovativo del nostro Gruppo si fonde in un nuovo organismo”, ha esordito. E ha aggiunto: “Oggi nasce un soggetto nuovo, autonomo, in cui confluiscono e si organizzano le società e le unità di business ICT del Gruppo Activa. Abbiamo un’identità forte e chiara, che valorizza le differenze e da queste trae forza. Non si tratta di una somma algebrica o di una giustapposizione di elementi. Siamo come i neuroni del nostro cervello, che si connettono in rete, ognuno con la propria funzione e il proprio scopo specialistico, che si scambiano informazioni in una danza magnifica e invisibile al ritmo del battito del cuore.”
A seguire, il Presidente del Gruppo Activa, Lelio Borgherese, ha dato il benvenuto ad Activa Digital, riepilogando il percorso del Gruppo aziendale, iniziato nel 2002.
“Nel 2005 cominciò la cavalcata, che tuttora va avanti, che ci ha visti arrivare da un primo gruppetto di persone, che si potevano contare sulle dita di una mano, alle oltre 6mila di oggi, se si contano anche i colleghi in Romania. Un cammino lungo, che ha sempre visto il punto e il contrappunto, il canto e il controcanto tra BPO e ITO. Infatti, quando siamo partiti, con la prima attività importante di customer care del 2008 con Wind, quasi subito seguirono le prime soluzioni relative a un mondo che ancora non si chiamava intelligenza artificiale. Si parlava di chatbot, software applicativi per facilitare il rapporto tra brand e cliente. […] Nel 2015, sul palco della Leopolda, mio fratello Marco ritirò un premio per un’innovazione che aveva presentato, l’Unified Service Desk al servizio dei nostri operatori. È stata una delle prime volte in cui ufficialmente siamo entrati con una proposizione congiunta sui grandi clienti. Da allora non ci siamo più fermati. […] Poco alla volta, quella fisionomia che avevamo tante volte immaginato e discusso ha cominciato a prendere corpo, a diventare qualcosa di sempre più rotondo, in cui i due mondi potessero convivere e svilupparsi. Nel frattempo c’è stata la pandemia. Sappiamo che è stato essenziale, per la vita delle nostre persone, l’apporto del gruppo IT perché nel giro di circa 15 giorni siamo riusciti a mettere in smart working più di 5mila persone. Se non avessimo avuto capacità, competenze, infrastrutture, tecnologie da molto prima sarebbe stato impossibile. […] Tutto questo è andato avanti fino ad ora, momento in cui si è posta la necessità di focalizzare di più e meglio gli sforzi e le energie, per fare in modo che queste due anime del Gruppo, da sempre al nostro interno, possano meglio stare sul mercato, in autonomia, con focalizzazione, ovviamente collaborando, interagendo, sostenendosi vicendevolmente, come si fa in un team. Activa Digital è il coronamento di un percorso e al contempo l’avvio di un altro glorioso percorso, che insieme alla parte BPO, a Network Contacts, costituisce l’anima del Gruppo Activa.”
Dopo il doveroso excursus sulle tappe principali della storia del Gruppo Activa, il Presidente Borgherese ha concluso il suo intervento con un “consiglio non richiesto”, che è anche un augurio: “Abbiate un po’ di ambizione, non nel senso triviale del termine. Non l’ambizione per il denaro o per il potere, ma per la conoscenza, e abbiate curiosità, passione per quello che fate, l’ambizione di voler lasciare un segno. Ecco, l’augurio che vi faccio e che ci faccio è che Activa Digital lasci un segno nel mercato dell’IT nei prossimi anni, come Network Contacts ha fatto per il BPO, e che ciascuno dei presenti lasci un segno dentro la storia di Activa Digital.”
L’impatto della Digital Transformation sulle organizzazioni
Marco Borgherese ha ripreso la parola partendo dal pay off di Activa Digital: look ahead, un messaggio che riprende “il nome di un algoritmo che si usa nella ricerca operativa di soluzioni ottimali, esplorando i nodi di una rete e dandosi la possibilità di tornare indietro qualora il nodo scelto non sia soddisfacente”. Guardare avanti ma anche oltre, tenendo a mente da dove si è partiti e qual è la strada che si vuole percorrere. L’AD di Activa Digital ha poi osservato che la convergenza tra reale e virtuale è il macrofenomeno che caratterizza il momento storico che stiamo vivendo e che caratterizzerà i prossimi anni. La nostra epoca, infatti, è caratterizzata da rapidi e continui cambiamenti tecnologici, che si può far iniziare con una data simbolica: il 9 gennaio 2007, quando sul palco del Macworld Steve Jobs presentò il primo iPhone, un oggetto in cui convergevano diverse tecnologie: “un iPod, un telefono cellulare, un device per Internet”.
Da quel momento la trasformazione digitale è proseguita senza sosta ha accelerato il suo passo. Oggi, innegabilmente – ha continuato Borgherese – è diventata una necessità per ogni tipo di organizzazione che sia alla ricerca di strumenti e soluzioni in grado di garantire agilità, flessibilità, capacità di adattarsi di continuo al mutevole contesto esterno. Questo processo, poi, si autoalimenta: più il mondo si evolve, maggiore è l’esigenza di trasformazione digitale; e vale il contrario, più aumenta la trasformazione digitale più il mondo cambia, per effetto dei suoi impatti sulla società e sull’Economia.
Tra le conseguenze della Digital Transformation – ha osservato l’amministratore delegato di Activa Digital – “si osserva il proliferare di dati, fonte da cui estrarre valore, ovvero informazioni, conoscenza, capacità di formulare previsioni“. Alla crescita della quantità e del valore dei dati, però, si accompagna un altro fenomeno: la crescita di rischi e minacce cyber, collegati ad azioni delittuose di furto o manipolazione, frutto di intenti dimostrativi, terroristici o di lucro. Poiché gli ecosistemi digitali si ampliano e si interconnettono, però, diventerà sempre più ampia anche la superficie di attacco a disposizione dei cybercriminali. Ancora, con le parole di Marco Borgherese:
“Sappiamo bene quanto sia importante sviluppare delle applicazioni che abbiano come scintilla iniziale il soddisfacimento di un fabbisogno di business. Ebbene, non solo negli ultimi mesi abbiamo affrontato diversi episodi, ma ci siamo strutturati per offrire al mercato la capacità di reagire ai cyber risk, capacità che evolve secondo nuovi paradigmi, basati sulla consapevolezza dei rischi da parte dell’organizzazione, su un approccio di Security by Design e sull’individuazione e sull’analisi precoce delle minacce.”
Un altro elemento che ha caratterizzato gli ultimi anni è il cloud, oggi considerato un abilitatore della trasformazione digitale. Il 50% di tutte le aziende e della PA a livello globale, infatti, nei prossimi 2-3 anni avvieranno programmi di Digital Transformation basati sul cloud.
Ancora, un fenomeno osservabile in tempi più recenti, caratterizzati da grande incertezza e da un senso di smarrimento generale, è l’attenzione attorno al tema della Digital Identity. “Se ci pensate – ha continuato Borgherese – fin dall’avvento di Internet, non abbiamo mai avuto una vera identità digitale, semmai una rappresentazione digitale utilizzata soltanto ai fini dell’identificazione sui nostri account e-mail, social e così via. La necessità di una digital identity, come ‘rappresentazione olistica’ della nostra identità personale totale, è sempre più forte. Ovviamente, però, c’è la necessità da parte delle persone di avere il controllo sui propri dati e di averne la disponibilità.”
Una tecnologia che promette di trovare una soluzione per questa esigenza è la blockchain: decentralizzata, aperta, trustless, virtualmente immutabile. Grazie alla blockchain, in futuro la nostra identità digitale sarà virtualmente nelle nostre mani e sotto il nostro controllo, con grandi effetti positivi anche dal punto di vista del business. Borgherese cita il processo Know Your Customer, perché condiviso dai settori IT e BPO. Come cambierebbe con la blockchain? Avendo a disposizione dati che sono certificabili, immutabili nel tempo e di cui governiamo la possibilità di accesso, quel processo verrebbe automaticamente semplificato, perché non sarebbero necessarie le attività di collection e verifica attuali.
Verosimilmente, poi, blockchain e realtà aumentata e virtuale renderanno possibile nei prossimi anni la manifestazione del Metaverso, altro tema di cui si parla spesso sia in ambito tecnologico sia nelle discussioni tra amici: in particolare ricorre il concetto di Digital Twin, che non è la rappresentazione multimediale di una persona, o di un oggetto, ma la traduzione nel digitale di tutto ciò che è una persona o un intero oggetto (qui per approfondire il concetto di NFT).
Intelligenza artificiale, un fenomeno inarrestabile
Sempre a proposito di Digital Transformation, come non citare l’intelligenza artificiale?
“Ce ne occupiamo da tanto tempo. Oggi ne parlano tutti, soprattutto in relazione a ChatGPT, applicazione nata nell’ambito di GPT3, che costituisce il grande fenomeno dell’AI generativa e che si fonda su un’altra grande tecnologia che sta prendendo piede, ovvero gli LLM (Large Language Model). Resa disponibile al pubblico a gennaio 2023, appena due mesi dopo il lancio aveva già raggiunto i 100 milioni di utenti. Per intenderci, TikTok ha impiegato nove mesi per lo stesso risultato, Google e Facebook cinque anni. Questo, al di là della tecnologia in sé, dimostra che l’AI è un fenomeno inarrestabile. La vedremo in qualunque oggetto tecnologico dei prossimi anni. Il suo impatto sarà sempre più elevato. Avrà il potere di cambiare i modelli di business. Nasceranno nuove professioni, che vedranno la collaborazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. Siamo di fronte a un grande momento evolutivo, rispetto al quale l’unico grande fattore di cui c’è bisogno è la responsabilità, perché la digital transformation si inserisce in un contesto, fatto di problemi vecchi e nuovi. C’è un bisogno crescente di contemperare obiettivi di business e sostenibilità, di sfruttare il grande potenziale della tecnologia preservando, al contempo, il pianeta. La crisi pandemica ci ha segnato profondamente, ma, come tutte le esperienze negative, si è rivelata anche un’occasione di apprendimento e di crescita. Il mondo si è rimesso in carreggiata, ha aggiornato strategie e obiettivi da perseguire: l’Europa ha messo in campo il Next Generation EU, programma di sviluppo in cui si inserisce il PNRR italiano, un piano di rilancio e crescita dell’economia e della società basato su due assi: lo sviluppo verde e lo sviluppo digitale. Per dirla con le parole di un amico del Gruppo Activa, Luciano Floridi, ‘il verde e il blu’.”
Ascolta anche il nostro Speciale Radio Activa in quattro episodi con il Prof. Floridi
Activa Digital
In questo mondo in tumulto, a tratti entropico, cosa farà Activa Digital per rispondere alle esigenze dei clienti?
Tre sono gli assi di intervento: l’identificazione e l’analisi dei fabbisogni di imprese e PA per accompagnarle nel loro percorso di trasformazione digitale (consulting); la progettazione e la realizzazione di soluzioni digitali nell’era del cloud (technology); la re-ingegnerizzazione e la gestione di servizi IT al servizio del business (operations).
Di conseguenza, cos’è Activa Digital?
Di fatto, coerentemente e insieme, è System Integrator, Software Factory, Provider di Digital Solution e Managed Services, Cloud Enabler e partner della Digital Transformation per i suoi clienti.
A guidarla, nei prossimi anni, tre valori fondamentali: il talento, inteso come l’insieme di conoscenze, esperienze e competenze delle proprie risorse, da coltivare nel tempo; l’Innovazione, come scelta di campo e come mindset; la sostenibilità (portando avanti la strategia delle tre P – persone, pianeta, profitti – l’intento di Activa Digital è di entrare, nel prossimo triennio, nella classifica delle TOP 100 aziende IT italiane nonché di diventare una B Corporation).
Qual è, quindi, da ultimo, l’ambizione e lo scopo di Activa Digital?
Combinare la creatività umana e la tecnologia al fine di ottenere un miglioramento del benessere collettivo.
Tratteggiata la storia del Gruppo Activa con l’intervento del Presidente e delineati, grazie alle parole dell’amministratore delegato di Activa Digital, il percorso di sviluppo, i valori e le direttrici strategiche che condurranno all’affermazione del nuovo soggetto nel mercato dell’ICT, è toccato poi al direttore generale Livio Vezzi il compito di approfondire la Value Proposition e le Business Area. Considerando gli obiettivi, anche numerici, molto elevati, Activa Digital ha
“l’ambizione di essere e diventare sempre di più per i clienti un partner tecnologico competente, affidabile, capace di trovare costantemente risposte innovative e originali a esigenze sempre diverse e in continua evoluzione. Il nostro mercato di riferimento è rappresentato dalle imprese di medie e grandi dimensioni e dalle PA, centrali e locali, che esprimono un articolato complesso di bisogni ICT generato dal processo di trasformazione digitale in cui tutti siamo impegnati. In questo mercato, Activa Digital ha scelto quattro aree strategiche d’affari verso cui rivolgere la propria Value Proposition: Trasformazione infrastrutturale, Digital Solutions, Ad hoc solutions; Technology Transfer.”
A ciascuna area strategica d’affari corrisponde una Business Area: Infrastracture Services; Digital Solutions; Software Engineering; e Next Gen Tech.
Poiché alcuni elementi della Value Proposition di ciascuna area strategica, per la loro particolare valenza, richiedono una cura speciale, Activa Digital ha scelto di promuovere dei brand che, oltre a rappresentare evidentemente uno specifico set di servizi e prodotti, sono delle strutture organizzative autonome, pur agendo in stretta collaborazione con le Business Area di riferimento.
È il caso di Alechin, che, nell’ambito dell’area Trasformazione infrastrutturale, svolge servizi che mirano a identificare preventivamente le minacce cyber, evidenziare le vulnerabilità potenziali dei clienti e gestire le attività operative legate alla sicurezza attraverso il SOC attivo h24. Tra le Digital Solutions proposte dall’area omonima di Activa Digital ci sono poi le soluzioni di Social CRM basate sulla suite Chorally (gestite attraverso il brand Chorally per l’appunto). Strettamente collegati all’offering Chorally, vengono anche erogati servizi di comunicazione attraverso il brand Rebel. Infine, i brand che afferiscono alla Business Area Software Engineering sono Navarcos e Artence. Il primo intende presidiare in modo specifico la Value Proposition relativa a soluzioni PaaS/CaaS, distinguendosi dai concorrenti per la capacità di realizzare autonomamente tali soluzioni. Il secondo, invece, mira a promuovere un’offerta basata su un impiego innovativo della tecnologia blockchain per la valorizzazione dei beni culturali.
In chiusura del kick off, non è mancato un collegamento, fonte di grande ispirazione per tutti i presenti, con Matteo Miluzio, scienziato per la missione Euclid dell’ESA e divulgatore scientifico per “Chi ha paura del buio?”, reduce dal lancio del telescopio spaziale, avvenuto sabato 1° luglio grazie a un vettore Falcon 9 di SpaceX da Cape Canaveral, in Florida.
Euclid mapperà miliardi di galassie: “i primi dati scientifici per i test arriveranno dopo il primo mese”, ha spiegato Miluzio. E ha aggiunto: “Potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione del cosmo e delle leggi che ne regolano la struttura e l’evoluzione”. Lo scienziato ha poi rimarcato che l’intelligenza artificiale, i cui campi di applicazione crescono a vista d’occhio, ha ampie possibilità di sviluppo e verosimilmente avrà un’importanza eccezionale anche in ambito spaziale.
“Non c’è ambizione o risultato senza l’accettazione del rischio – ha osservato Miluzio al termine del suo intervento – né senza mettere in conto la possibilità del fallimento”.