Ask Jesus è un canale Twitch sperimentale che permette agli utenti di interrogare un’AI modellata sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù Cristo. Disponibile 24 ore su 24, sette giorni su sette, AI Jesus offre una sorta di talk show perenne ai visitatori in cerca di una guida spirituale o anche solo di un po’ di compagnia
Doveva succedere: l’AI, che a ben vedere è venerata da tanti alla stregua di una divinità, sta insidiando anche la Chiesa.
Recentemente in Germania, a Furth, una cerimonia è stata officiata da un’intelligenza artificiale, che ha proposto ai fedeli preghiere e canti liturgici attraverso uno schermo. Non è tutto. Ricordate i deep-fake di Papa Francesco con indosso un improbabile piumino bianco di appena qualche mese fa? Come dimenticarli. L’AI generativa, poi, ormai viene in soccorso anche ai preti un po’ pigri o desiderosi di comporre prediche originali.
Lungo questa china, l’ultima novità è AI Jesus. Dopo Padre Pio chatbot, infatti, negli ultimi giorni è stato lanciato un canale Twitch sperimentale che può già vantare migliaia di follower: Ask Jesus. Gli utenti possono interrogare 24 ore su 24, sette giorni su sette, un’AI modellata sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù Cristo. L’intelligenza artificiale in questione si chiama, per l’appunto, AI Jesus e ha l’aspetto di un giovane uomo bianco con la barba, circondato da un alone di luce e nuvole.
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Il canale è interattivo e offre contenuti che rispecchiano le sacre scritture, sebbene Singularity Group – l’organizzazione responsabile dello sviluppo di questa intelligenza artificiale – non abbia legami con la Chiesa. Scopo dichiarato del canale è garantire agli utenti una piattaforma in cui porre domande a un’AI modellata sulla figura di Gesù Cristo e sulla Bibbia.
In quanto piattaforma sperimentale, Ask Jesus permette agli utenti di esplorare le capacità dell’intelligenza artificiale mettendola alla prova con domande religiose e spirituali. Infatti, le persone che si iscrivono al canale – devoti e curiosi – sono incoraggiate a porre domande ad AI Jesus. Le risposte che ricevono fanno perno sugli insegnamenti evangelici ed è indubbio che voce e aspetto del chatbot contribuiscono a dargli una certa autorevolezza.
Ma quanta fame di spiritualità e di risposte esistenziali c’è nel mondo perché si arrivi a interrogare un’intelligenza artificiale sulla differenza tra bene e male?
Lo scorso 10 gennaio, in Vaticano, si sono riuniti leader religiosi e rappresentanti delle imprese tecnologiche. L’evento, chiamato Rome Call for AI Ethics, si prefiggeva di promuovere un’algoretica condivisa, ovvero uno sviluppo etico dell’intelligenza artificiale.
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Secondo le religioni abramitiche, i sistemi di AI devono essere concepiti, progettati e implementati per servire e proteggere gli esseri umani e l’ambiente in cui vivono.
Di seguito una sintesi dei concetti emersi nel corso del convegno:
“Il progresso tecnologico deve essere uno strumento di sviluppo per l’uomo, consentendo contemporaneamente il rispetto del pianeta, cioè della casa comune. Perché questo accada, devono essere soddisfatti tre requisiti. L’AI deve includere ogni essere umano, non discriminando nessuno; deve avere al centro il bene dell’umanità e il bene di ogni essere umano; deve essere sviluppata in maniera consapevole della complessa realtà del nostro ecosistema ed essere caratterizzata da un approccio altamente sostenibile, che include anche l’uso dell’intelligenza artificiale per garantire sistemi alimentari sostenibili nel prossimo futuro.”
Mentre leader religiosi e rappresentanti del mondo delle imprese cercano una quadra sul controverso tema dell’AI, però… se un dilemma morale vi attanaglia: ask Jesus!
Fonti: Il Mattino, There’s an AI for that