Droni, robot e intelligenza artificiale. Così l’Agricoltura diventa tech

Secondo un report di Coldiretti, gli investimenti in tecnologie 4.0 e 5.0 valgono circa 2,3 miliardi di euro ma la transizione verso l’Agricoltura digitale richiede una nuova generazione di professionisti

 

 

C’è il Data Analyst agricolo, cioè il responsabile dell’analisi dei dati raccolti da sensori e macchine agricole per ottimizzare le operazioni, migliorare la resa delle colture e ridurre gli sprechi; il Prompt Manager agronomico, un consulente che aiuta le aziende a migliorare sistemi e processi produttivi sfruttando l’intelligenza artificiale; e poi esiste l’esperto in blockchain per l’Agricoltura, il quale implementa soluzioni per garantire trasparenza e sicurezza lungo l’intera filiera produttiva.

Sono solo alcune delle nuove figure di professionisti che il settore primario sta richiedendo, sempre di più, per passare a un’Agricoltura di tipo digitale.

Coldiretti, l’organizzazione cui aderiscono la maggior parte delle aziende agricole italiane, ha stimato che nei prossimi anni serviranno almeno 5mila nuove posizioni lavorative per accompagnare la digitalizzazione del settore.

Altre figure chiave, poi, sono il dronista, professionista fondamentale per operazioni quali la mappatura dei terreni e la concimazione aerea; il consulente per le energie rinnovabili che supporta le imprese nello sviluppo di soluzioni energetiche sostenibili, come l’agrivoltaico e la produzione di biogas; il Project Manager che progetta filiere tracciabili e monitorate, garantendo la qualità e la sostenibilità lungo tutto il ciclo produttivo.

 

 

Ascolta anche: Agricoltura rigenerativa tra tecnologia e biodiversità

 

 

Queste figure professionali sono fondamentali nell’utilizzo delle nuove tecnologie (e l’osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano ha calcolato che già oggi più di un milione di ettari di terreni agricoli in Italia è gestito con tech avanzate). Per esempio i robot che realizzano mappe dettagliate per analizzare la fotosintesi e lo stato dei terreni; oppure i droni che vengono utilizzati per l’Agricoltura biologica, che trasportano nei terreni insetti capaci di eliminare i parassiti delle colture e distribuiscono i fertilizzanti sugli alberi da frutto, calibrandone l’utilizzo per evitare danni ambientali.

Più in generale, è ormai acclarato che le innovazioni utilizzate in campo agricolo stanno trasformando, e pian piano addirittura sostituendo, le pratiche tradizionali. Si pensi, infatti, ai robot autonomi che operano nei vigneti e nelle altre colture orticole, oppure alle centraline meteo e alle fototrappole per il monitoraggio degli insetti, le quali forniscono informazioni essenziali per ottimizzare la gestione agricola.

Gli stessi dati di Smart Agrifood rivelano che, nel 2024, il fatturato del settore agricolo legato alle nuove tecnologie è cresciuto del 19%, con oltre 2,5 miliardi di euro di investimenti, e che il 72% delle imprese agricole utilizza almeno tre tipi diversi di innovazioni.

Tuttavia, un recente report di Coldiretti, ha avvertito che “senza adeguate competenze, molte innovazioni rischiano di restare inaccessibili, specialmente per le piccole aziende. L’Agricoltura 5.0 non è solo una questione di tecnologia, ma anche di capitale umano“, ha ribadito la maggiore organizzazione dei produttori agricoli. Ma c’è di più.

 

 

Leggi anche Coltivare il futuro: Sand to Green rivoluziona l’Agricoltura nel deserto

 

 

Nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione che si è svolto di recente a Villa Lubin, a Roma, organizzato dalla Coldiretti, è emerso che entro il 2030 un’azienda agricola italiana ogni cinque adotterà strumenti di gestione direttamente basati sull’intelligenza artificiale. Proprio in quel contesto, Alessandro Apolito, a capo dell’area Innovazione e Digitalizzazione della stessa organizzazione, ha ribadito che “l’intelligenza artificiale è uno strumento importante per la competitività delle imprese, che può aiutare a gestire un’enorme mole di dati”.

Oggi Coldiretti insiste sull’importanza della formazione per le nuove figure professionali che andranno a gestire i droni, la robotica agricola e le tecnologie di precisione, oltre che sulla necessità di colmare il divario digitale tra le diverse regioni italiane: “i fondi del PNRR, con i loro 6,3 miliardi di euro destinati alla transizione digitale, rappresentano un’opportunità per colmare questo gap e promuovere una formazione capillare e inclusiva”.

Gaetano De Monte

 

Ascolta il nostro approfondimento sul documentario La grande sete: le azioni per far fronte alla crisi climatica

A cura di

In questo articolo:

Potrebbero interessarti

PODCAST

Governance tecnologica

La Data Protection al tempo dell’AI secondo ASSO DPO

Ospite: Matteo Colombo

SPECIALE RADIO ACTIVA+
con Gaetano De Monte

PODCAST

Intelligenza artificiale

“Transit”, ovvero smarrirsi per ritrovare ciò che resta di umano

ROME FUTURE WEEK
con Sabrina Colandrea, Federica Meta, Paolo Emilio Colombo

PODCAST

Cultura e Società

Mutazioni dell’Infosfera: il Live Podcast per inaugurare la RFW 2025

Ospite: Emanuele Brugnoli, Donald Ruggiero Lo Sardo

DISINFÒRMATI
con Sabrina Colandrea

PODCAST

Cultura e Società

Chi risponde quando l’AI sbaglia? Dentro le redazioni, tra nuove pratiche e leggi europee

Ospite: Donald Ruggiero Lo Sardo

DISINFÒRMATI
con Sabrina Colandrea

PODCAST

Cultura e Società

Algoritmi social e democrazia: il caso Musk e la scatola nera di X

Ospite: Pietro Gravino

DISINFÒRMATI
con Sabrina Colandrea

PODCAST

Cultura e Società

Immigrazione e polarizzazione, il filtro che cambia lo sguardo

Ospite: Emanuele Brugnoli

DISINFÒRMATI
con Sabrina Colandrea