NFT e opportunità di business nel Metaverso

Arte digitale e NFT

 

 

Innanzitutto una definizione: l’acronimo NFT sta per Non-Fungible Token, letteralmente gettoni non sostituibili, ovvero certificati di autenticità che attestano la proprietà – e l’unicità – di oggetti digitali quali GIF, video e opere d’arte virtuali. Questi certificati non sono altro che algoritmi realizzati come smart contract su una blockchain. Ciascun token racchiude delle informazioni che identificano in modo univoco un oggetto digitale. Nel momento in cui si acquista un NFT, quindi, si entra in possesso non solo del file in sé, ma anche dei dati che ne attestano l’unicità. Per quante volte quel file potrà essere duplicato in rete, il proprietario dell’originale resterà sempre e solo uno: il primo ad averlo acquistato.

Non è un caso se il concetto di oggetto non fungibile – insostituibile e di proprietà certa – ha trovato terreno fertile nel mondo del collezionismo online. A partire dal 2018 – quando Rabono, user di CryptoKitties, ha comprato un gattino digitale per la cifra record di 172mila dollari – lo scambio di NFT è diventato di tendenza ed è oggi strettamente collegato al mondo dell’arte digitale, che sta vivendo una vera e propria rivoluzione.

 

 

Ascolta anche: Tutto sulla crypto art. L’arte digitale registrata in blockchain

 

 

Creare e vendere NFT, oggetti digitali unici grazie alla tecnologia Blockchain

 

 

Un artista digitale che voglia monetizzare il proprio lavoro non può lasciarsi sfuggire l’opportunità di esplorare le potenzialità della blockchain. Grazie agli NFT un creativo può raggiungere, senza intermediari, gli utenti potenzialmente interessati alle sue opere e ricevere royalty ogni volta che un suo lavoro viene venduto a un nuovo proprietario. Ma come si crea un unicum grazie alla blockchain? Dove vendere o acquistare NFT?

Per prima cosa si deve decidere che genere di oggetto digitale si intende creare. Abbiamo già citato GIF, video e opere d’arte virtuali, ma c’è anche chi ha venduto il primo tweet mai pubblicato come NFT per 2,9 milioni di dollari (NDR, il CEO di Twitter, Jack Dorsey).

Una volta scelta la tipologia di NFT e dopo aver creato i propri esemplari unici, bisognerà lanciarli su una blockchain pubblica, nella speranza di raggiungere un gran numero di utenti. Ethereum è una scelta comune, ma ce ne sono di altrettanto valide, come Binance Smart Chain o Polkadot. Si dovranno poi acquistare, nel caso di Ehereum, degli Ether, ovvero le criptomonete native della piattaforma. La criptovaluta acquistata andrà depositata in un crypto wallet, un portafoglio digitale.

Infine, si dovrà scegliere un marketplace per NFT, tenendo presente che alcuni di questi addebitano agli utenti dei costi di commissione all’attivazione dell’account o per i passaggi successivi. Il più noto è OpenSea, il cui funzionamento non è dissimile da quello di una casa d’aste. Altri marketplace molto utilizzati sono Rarible, Foundation, SupeRare e Mintable. A questo punto non manca nulla: gli NFT potranno essere caricati all’interno di una collezione per essere venduti. L’intero processo di creazione di un NFT è chiamato minting, letteralmente coniazione.

Naturalmente, però, esserci non significa riuscire a vendere. Secondo l’artista digitale Reylarsdam – al secolo Pablo Esteban Sánchez Rijlaarsdam, noto nell’ambiente anche come REY – è necessario essere attivi nella comunità NFT per sperare di avere successo. Alcuni dei suoi consigli sono: creare un account su Twitter, unirsi ai gruppi Discord e, soprattutto, partecipare agli eventi del Crypto Metaverse.

 

 

Ascolta anche Metaverso: oltre la realtà virtuale 

 

 

Non solo criptoarte. Le opportunità di business nel Metaverso

 

 

Nel 2021 abbiamo assistito a un boom mondiale del valore delle criptovalute e degli NFT. Nel mondo digitale come lo conosciamo finora, le possibilità offerte da queste tecnologie riguardano la creazione e la commercializzazione di oggetti digitali, ma cosa potremo acquistare e vendere nel Metaverso? Un esempio recente lascia intravedere le opportunità derivanti dall’evoluzione di Internet: l’artista Krista Kim, esponente del techism movement, che unisce innovazione tecnologica e creatività, ha venduto per oltre 500mila dollari Mars House, la prima casa digitale al mondo sottoforma di NFT. Grazie alla realtà aumentata, questa abitazione virtuale consentirà a degli avatar di interagire tra loro nel Metaverso.

Secondo l’esperto di arte digitale Riccardo Meggiato, i beni virtuali che presto potremo acquistare saranno i più disparati: abiti e scarpe da far indossare ai propri alter ego, case, per l’appunto, persino porzioni di città.

Sono diversi i brand che si sono già mossi in questa direzione per evitare di restare indietro quando il Metaverso sarà realtà. Gucci, in collaborazione con Superplastic, ha appena lanciato Supergucci, una serie di NFT e opere d’arte ceramica che mixano il mondo dell’animazione digitale e i motivi tipici della maison.

Guardando all’automotive, la Ferrari si dice pronta a entrare nel Metaverso: il CEO Benedetto Vigna ha recentemente dichiarato di stare esplorando le nuove opportunità derivanti da NFT e blockchain. E mentre la casa automobilistica di Maranello lavora per lanciare il suo brand nel Metaverso, Lamborghini ha realizzato il progetto Space Time Memory, una serie di cinque fotografie che celebrano l’esplorazione dello spazio da parte dell’uomo, le cui aste si sono già concluse con cifre da capogiro.

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