Intervista a Erica Mura e Gian Filippo Saba
Era il 1972 e una piccola competizione universitaria cambiò per sempre il mondo dei videogiochi. Alcuni concorrenti si riunirono presso lo Stanford Artificial Intelligence Lab di Los Altos, in California, per dare battaglia nel gioco di combattimento spaziale fantascientifico Spacewar!. A quel tempo, il laboratorio era uno dei pochi locali al mondo con hardware abbastanza sofisticati per eseguirlo.
In palio vi era un abbonamento al Rolling Stones, rivista che aveva promosso l’evento. Da quel giorno, le competizioni videoludiche hanno fatto passi da giganti. Pensiamo all’ultimo grande torneo di Ottobre, quando c’è stata la finale di League of Legend (Cina vs Sud Corea). 3.8 milioni di spettatori in tutto il mondo!
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Dunque oggi affrontiamo un tema spinoso: gli esports. Questa nuova realtà, così potente e forte, viene molto spesso dipinta in modo dispregiativo. Soprattutto la stampa generalista vede con occhio critico il fatto che giovani, anche minorenni, giocano per queste competizioni mondiali, guadagnando migliaia – se non milioni – di euro, in caso di vittoria.
Viene visto come qualcosa di poco educativo. Però pensiamo che ci sono squadre calcistiche di Serie A che stanno investendo in questo settore, arruolando ragazzi per creare dei team (e nessuno si scandalizza quando calciatori minorenni firmano contratti con grandi squadre); ma non solo, ci sono anche delle vere e proprie scuole in tutto il mondo. In generale, il mondo dell’esport è in fermento e in costante crescita, con un giro d’affari davvero impressionante – addirittura esiste un brand italiano, Beaths, che veste i gamer e offre una linea di abbigliamento ideata per soddisfare le esigenze dei professionisti del settore.
Quando si parla di qualcosa in modo scandalistico spesso si rischia di cadere nella superficialità. E con il nostro Gabriele Barducci cercheremo di raccontare questa realtà in maniera differente, nella nuovissima puntata di Level Up, insieme a due esports reporter di The Games Machine: Gian Filippo Saba ed Erica Mura.
T. Sharon Vani