Ovvero come connettere discipline, saperi e tecnologie per diventare professionisti ibridi
“Gli specialisti e ‘iper-specialisti’ migliori della nostra epoca sono e saranno sempre più gli algoritmi, l’intelligenza artificiale. E allora dove l’uomo può offrire valore aggiunto? Dove può eccellere? Nell’interdisciplinarietà. È questo il migliore boost cui l’essere umano può attingere per essere un protagonista del mondo. I grandi sono quasi sempre dei ‘contaminati'”. – Giulio Xhaet.
Le feste sono terminate e noi di Radio Activa ripartiamo con il botto. In questa nuova puntata di Stranger Books, Alessandra Pagani dialoga con Giulio Xhaet, Partner e Digital Strategist di Newton S.p.A. e autore di #Contaminati: Connessioni tra discipline, saperi e culture (Hoepli, 2020). Tema della chiacchierata? La #contaminazione, ovviamente!
Quell’abilità che ci permette di muoverci tra discipline, saperi e culture diversi per affrontare – senza perdere un colpo – le sfide dei nostri tempi. Per Giulio i “contaminati” sono la risposta umana all’intelligenza artificiale che spopola nelle aziende.
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Le loro qualità sono sempre più richieste, perché riescono a spingersi in luoghi inaccessibili agli algoritmi. Amano la diversità, le connessioni inaspettate, non vogliono smettere di imparare né accetterebbero di rinunciare alle loro passioni. E così uniscono lavoro e diletto, sfruttano il digitale, vedono nuove opportunità. Diventano, o forse lo sono sempre stati, ibridi.
Due le realtà dove i “contaminati” spopolano: start up e tech giants, da Google a Facebook, passando per Netflix. Nelle maniche di simili soggetti alcuni assi ricorrenti: capacità di fare rete, di sfruttare i legami deboli, di farsi riconoscere. Come? Essendo sé stessi. Senza maschere, mostrando le proprie sfaccettature. Perché i contaminati restano impressi.
Eleonora Medica