Intervista a Francesco Tommaso Aiello, assistant spécialiste presso l’Unité REB Covid dell’Hôpital Louis-Mourier di Parigi
Francesco Aiello è un giovane medico italiano che presta servizio in un’unità Covid dell’Hôpital Louis-Mourier di Parigi, facente parte del consorzio APHP (Assistance Publique Hôpitaux Paris) e che, in precedenza, ha prestato servizio nei reparti Servicio de Urgencias e Internal Medicine dell’Hospital Universitari Mùtua Terrassa di Barcellona.
Partendo dalla sua biografia professionale e dall’attuale situazione in Francia, questo episodio dello Speciale Covid-19 di Radio Activa si propone di indagare le differenze tra gli approcci di Italia, Francia e Spagna alla gestione dell’emergenza sanitaria.
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In un recente articolo, apparso su “Le Monde”, Roberto Saviano si è espresso in maniera fortemente critica nei confronti della gestione dell’emergenza in Lombardia, parlando di “fallimento del sistema sanitario regionale”. L’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, invece, è stato spesso citato dai media italiani, ma non solo, come esempio positivo di gestione di una situazione critica che di fatto nella capitale non è mai degenerata. Con le parole di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, “la mancanza di una rete territoriale è uno dei problemi. Ci vuole un modello sanitario centralistico per gestire le malattie infettive, senza non ne usciremo mai fuori”.
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In Francia, a detta del nostro ospite, c’è meno dispersione in merito alle politiche sanitarie. “Qui ci sono delle unità di gestione della crisi che diramano le informazioni a tutto il territorio. Le indicazioni decise a livello centrale rendono le scelte operative più immediate, contrariamente a ciò che ho potuto riscontrare parlando con i colleghi italiani”, osserva Aiello. E aggiunge: “Ci sono state differenze anche nell’approccio tecnico, per così dire. In Francia fin dall’inizio è stato detto che i medicinali antinfiammatori non steroidei e i cortisonici potevano rappresentare un fattore di rischio per l’infezione da Covid-19 e le eventuali successive complicazioni. Per quanto ne so, questa cosa non è stata presa in considerazione in Italia e in Spagna. Ad oggi non sappiamo ancora chi aveva ragione, ma è interessante notare diversità non solo nella gestione del problema, ma anche sul piano tecnico”.
Tra gli altri temi affrontati nel corso della conversazione, la gravità della situazione francese, le scelte in merito a ricoveri, terapie da adottare e tamponi, la fase 2, che in Francia inizierà con la riapertura delle scuole.
Redazione