I dati della polizia postale. Tutti gli attacchi alle infrastrutture critiche
Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche nel 2024 ha gestito circa 12mila attacchi informatici significativi, diramando oltre 59mila alert per prevenire e contrastare attacchi ai sistemi informatizzati di interesse nazionale.
È quanto si legge nel report diffuso alla fine dell’anno dalla Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, la quale ha segnalato come lo stesso CNAIPIC abbia gestito 63 richieste di cooperazione internazionale, consentendo, inoltre, l’identificazione e il deferimento di circa 180 persone.
Secondo quanto ha rilevato la Polizia Postale, gli attacchi sono stati diretti, principalmente, alle pubbliche amministrazioni locali, comuni e aziende sanitarie, ma anche verso le aziende pubbliche erogatrici di servizi essenziali in settori chiave, quali i trasporti, le finanze, la sanità, le telecomunicazioni.
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Più in generale, oltre alle metodologie criminali che hanno confermato “un’elevata incidenza di attacchi ransomware” rivolti agli enti di cui sopra, la maggior parte dei reati riscontrati contro la cybersicurezza hanno riguardato “l’operare di attori state-sponsored, anche in conseguenza del contesto geopolitico internazionale“. Si legge nel report: “un aspetto importante nelle attività di contrasto è stata l’abilità a rispondere prontamente alle nuove sfide del cyberspazio”.
Particolare attenzione è stata data alla prevenzione: “monitorando costantemente la rete, infatti, gli esperti identificano minacce emergenti e lavorano proattivamente per neutralizzarle prima che possano causare danni“, hanno riferito ancora dalla Polizia.
Altrettanto fondamentali nel conseguimento di questi importanti risultati, sono stati gli investimenti nella formazione e nelle tecnologie. Si sa, per esempio, che nell’ambito delle attività svolte dalla Quinta Divisione del Servizio di Polizia Postale, è stato dato particolare impulso all’avvio di un importante programma di potenziamento delle dotazioni tecnologiche a supporto delle investigazioni nel settore del cybercrime e che sono state ampliate le postazioni di lavoro fisse e mobili degli uffici territoriali e centrali.
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Allo stesso modo, rilevante è stato l’impegno profuso della stessa Quinta Divisione nei contesti internazionali. Su tutti, il ruolo svolto nel corso del G-7, che si è tenuto nel giugno scorso in Puglia, a Fasano. In quella cornice, infatti, gli investigatori italiani hanno fatto parte del sotto gruppo denominato High Tech Crime, e, all’interno dello European Cyber Board, hanno contribuito nell’individuazione delle tecnologie più innovative a supporto delle investigazioni e per prevenire gli attacchi.
In quest’ottica, gli stessi detective sono stati impegnati anche in approfondite attività di ricerca di mercato per comprendere le tecnologie disponibili e quelle in via di sviluppo, collaborando, dunque, con il mondo accademico nella condivisione di progetti che vedono l’impiego dell’intelligenza artificiale per la cybersecurity sia nel settore delle investigazioni, sia nella protezione delle infrastrutture critiche.
Proprio sull’uso dell’intelligenza artificiale si segnalano gli sforzi della Quinta Divisione della Polizia Postale in termini di formazione, nonché nell’analisi dei benefici derivanti da un utilizzo corretto e dei rischi associati, invece, a un uso inappropriato.
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