La recente approvazione di un’importante modifica all’art. 110 del Codice Privacy non determina la mancata protezione dei dati personali, piuttosto migliora il bilanciamento tra privacy e Ricerca. Ne discutiamo con gli estensori dell’emendamento, gli Avv.ti Luca Bolognini e Diego Fulco
Il nuovo episodio di A little privacy, please!, la serie podcast con cui ci proponiamo di spiegare le questioni legate alla privacy in modo semplice e diretto, rendendo il più possibile “pop” la Data Protection, tratta della recente approvazione, in legge di conversione del Decreto PNRR, di una modifica importante all’art. 110 del Codice Privacy, proposta dai Sen.ri Simona Loizzo e Luciano Ciocchetti.
Secondo la nuova formulazione, se non è possibile ottenere il consenso dell’interessato, i dati personali possono essere trattati per fini di Ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico a condizione che si ottenga il parere favorevole del Comitato etico competente e che siano osservate le garanzie dettate dal Garante per la privacy.
In sostanza, è stata eliminata l’obbligatorietà dell’autorizzazione preventiva del Garante, che è stata sostituita dal rispetto delle garanzie eventualmente indicate dall’Autorità Garante nelle Regole deontologiche sul trattamento di dati per fini di Ricerca.
Un risultato che ha premiato gli sforzi dei tanti attori della Sanità che tanto si erano spesi per questa modifica. Estensori materiali dell’emendamento poi approvato una vecchia conoscenza di questo podcast, l’Avv. Luca Bolognini, e l’Avv. Diego Fulco, che insieme hanno redatto il documento sottoscritto da AIOM, ANMDO, CIPOMO, Cittadinanzattiva, FIASO, Fondazione Periplo, Associazione Periplo, Fondazione ReS, SIIAM, SIBIOC, SIMM, SIN e presentato alle istituzioni.
Per discutere di questa conquista, ospiti di Sergio Aracu – Founder di Area Legale, giurista d’impresa, Business Privacy Lawyer, Privacy Consultant e DPO – che stavolta si avvale del supporto alla conduzione dell’Avv. Raffaella Grisafi, sono proprio l’Avv. Bolognini e l’Avv. Fulco.
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“Quanto è libero e consapevole il consenso dato da una persona che sta soffrendo e che si trova in una condizione di sbilanciamento naturale rispetto a chi questo consenso lo chiede?”, esordisce l’Avv. Bolognini, incalzato dal nostro speaker. Poi continua: “Forse per questo il legislatore europeo è andato nella direzione di dare meno peso al consenso come base giuridica. Liberi tutti? No, perché il legislatore ha previsto delle condizioni alternative, innalzando i livelli di garanzia, di trasparenza, di responsabilizzazione, di salvaguardia sostanziale, al di là della richiesta del consenso. Nei singoli Stati europei questo è stato interpretato in modi diversi.”
All’intervento di Bolognini ai nostri microfoni fa eco quello dell’Avv. Fulco, che aggiunge quanto segue, relativamente alla situazione italiana.
“Se bisogna fare Ricerca, ma non si può avere il consenso degli interessati, per esempio perché defunti o irraggiungibili al Follow Up, diceva la norma, fino allo scorso aprile, che si dovesse ottenere il parere favorevole del Comitato etico competente, redigere una valutazione d’impatto, dimostrare di aver fatto ogni sforzo per contattare gli interessati, documentando questi sforzi, infine aprire un procedimento di consultazione preventiva del Garante per la protezione dei dati personali. Questo significava che che un’enorme quantità di soggetti del settore privato, profit e no […], tutti costoro, in una situazione frequentissima, dovevano fare una consultazione preventiva del Garante che poteva durare 14 settimane e anche di più per difficoltà oggettive. Ebbene, questa norma è sembrata a moltissimi ingiusta, dannosa per la Ricerca e per i pazienti stessi.”
L’emendamento approvato – concepito dal Tavolo Salute nell’ambito dell’iniziativa State of Privacy del Garante Privacy con il Cluster Lombardo Scienze della Vita – “libera” finalmente la Ricerca retrospettiva medica, biomedica ed epidemiologica, che ha impatto sulla vita e sui diritti dei pazienti, come sancito dal Centro Coordinamento Nazionale Comitati Etici. Eliminando dal testo dell’art 110 del Codice Privacy l’obbligo di consultazione preventiva del Garante, ne consegue che i promotori di progetti di Ricerca vengono alleggeriti dal gravoso iter per l’autorizzazione degli studi osservazionali retrospettivi (già approvati dal Comitato etico).
L’emendamento richiama l’art. 106 del Codice Privacy: non si passa a un regime di autorizzazione generale; quindi, se il Garante non approverà le regole di condotta si procederà ugualmente nel rispetto del principio di accountability. Infatti, resta l’obbligo per i ricercatori di garantire la tutela dei diritti degli interessati a cui si riferiscono i dati, anche valutando i rischi comportati dalla Ricerca. Chiaramente il progetto di Ricerca deve essere precedentemente stato approvato dal competente Comitato etico e deve essere svolta e pubblicata la valutazione d’impatto privacy (DPIA).
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La modifica all’art. 110 del Codice Privacy non determina la mancata protezione dei dati personali né il livello di responsabilizzazione necessario. Anzi, viene migliorato il bilanciamento tra privacy e Ricerca.
In un provvedimento dello scorso 9 maggio, il Garante per la privacy ha chiesto che siano riviste integralmente le regole deontologiche sulla Ricerca, non solo per le casistiche in cui è complicatissimo, se non impossibile, chiedere il consenso, ma a tutto campo, perché la Ricerca si nutre sempre di più di tecnologia. Il Garante ha, quindi, aperto una consultazione pubblica alla quale parteciperanno tutti i soggetti rappresentativi del settore Ricerca, nonché gli stakeholder, dalla quale verranno fuori nuove regole tutte da studiare, che verosimilmente tratteremo nei prossimi episodi di questo podcast.
Intanto, per approfondire nel dettaglio il documento scritto dagli Avv.ti Fulco e Bolognini – punto di arrivo delle discussioni e dell’impegno del Tavolo Salute, nell’ambito dell’iniziativa “State of Privacy”, incrociati con il lavoro di riflessione e stesura che ha visto anche la partecipazione del Cluster Lombardo Scienze della Vita – vi rimando alla pagina Istituto Italiano per la Privacy e la valorizzazione dei dati – Proposta di riforma per la privacy e la Ricerca scientifica.
Per saperne di più non vi resta che ascoltare l’episodio, usando come bussola per orientarvi nella discussione la sintesi grafica operata come sempre da Alessia Iotti, in arte Alterales!
S. C.
Fonti: Il Sole 24 Ore, Istituto Italiano Privacy