Come si fa un libro?
Un giro di vite, un giro di bozze, e piano piano il libro prende forma. Partorito dalla penna del suo autore (o più realisticamente dalla sua tastiera), il testo viene svezzato da una nutrita schiera di professionisti. Cacciatori di vedove, cecchini grammaticali, boia armati di penna rossa. E poi grafici, impaginatori, iconografi, editor, marketer… Uno squadrone compatto, unito da uno scopo alto: fare di un testo un prodotto di qualità. Un libro.
A dividere un volume ben fatto da una copia amatoriale è lei, la progettazione editoriale. Il mestiere, che è un po’ un’arte, di scovare i difetti ed esaltare i punti di forza. Di scegliere i font giusti, gli stili, gli a capo, di garantire la correttezza e la leggibilità di un testo, senza rinunciare alla bellezza. Vestire le parole. Selezionarle. Sezionarle. Tagliare dove serve, allungare se pare il caso. Donare armonia a una composizione di parole, come si fa con un quadro o un mazzo di fiori.
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In questa puntata di Stranger Books, alcune voci del master Professione editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica di Milano ci danno la possibilità di entrare nel loro mondo, sbirciando dal buco della serratura. A parlare sono Chiara Bortoloni, Diletta Vignati e Giuliana Saviano, giovani professioniste del libro.
Preparatissime, ma soprattutto entusiaste, motivate e innamorate della loro professione. Ci faranno da chaperon tra un giro di bozza e un “visto si stampi”. In chiusura il microfono passa a Elisa Calcagni, lessicografa e docente del master, per farci riflettere sul mestiere del redattore. Un compito non semplice se diamo ascolto a The Economist, che qualche anno fa inseriva tale professione nella top 5 dei lavori più difficili da spiegare. Ma non diciamo altro. Se siete curiosi, premete play!
Eleonora Medica