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LILIA GIUGNI (University College London): La rete non ci salverà. Violenza digitale di genere e discriminazioni algoritmiche

Intervista a Lilia Giugni, ricercatrice e attivista femminista, co-fondatrice del Think Tank “GenPol – Gender & Policy Insights” e autrice del libro sulla violenza digitale di genere “La rete non ci salverà”

 

 

Molestie e minacce online, pornografia non consensuale, informazioni personali condivise senza permesso. In tutto il pianeta milioni di donne sono esposte alla violenza digitale di genere.

WoW – Women on Web torna su Radio Activa Plus, condotto come sempre dal fantastico duo Federica Meta e Francesca Pucci, per raccontarci la transizione digitale dal punto di vista femminile.

“Le cose non vanno meglio dall’altra parte dello schermo”, annuncia subito Federica Meta ai nostri microfoni. “Ingegnere IT, influencer e altre lavoratrici nel settore tecnologico sono ancora troppo spesso discriminate o sfruttate sul lavoro”.

Non solo: pensiamo ai pregiudizi sessisti delle intelligenze artificiali, che purtroppo contribuiscono all’aumento della violenza digitale di genere, nonché alle sempre più presenti forme discriminatorie di Smart Working (di questo ultimo tema, le nostre speaker avevano già discusso con Barbara de Micheli della Fondazione Brodolini, qui).

 

 

Ascolta anche I dati sono neutri? Parliamo di Data Feminism

 

 

Tutti questi argomenti, decisamente cruciali per un’equa transizione digitale, vengono affrontati durante l’intervista da Lilia Giugni, ricercatrice e attivista femminista intersezionale, co-fondatrice e direttrice del Think Tank “GenPol – Gender & Policy Insights”, nonché autrice del pamphlet “La rete non ci salverà: Perché la rivoluzione digitale è sessista (e come resistere)”, edito in Italia da Longanesi Editore (lo trovate qui). I risultati delle sue ricerche e del suo impegno di attivista sono raccolti in questo testo, pensato per rispondere a una domanda scottante: chi guadagna davvero dal sessismo perverso della rete?

Giugni ha una cattedra presso l’University College London, dove si occupa di giustizia sociale e di genere e di Innovazione digitale. Inoltre, è fellow della Royal Society of Arts, siede nel board di varie associazioni femministe e reti attiviste ed è tra le organizzatrici del primo festival italiano sulla giustizia digitale, “Reclaim The Tech”. Suoi scritti sono apparsi, tra le altre testate, su The Globe Post, La Repubblica e Vanity Fair.

“Dalle tecnologie digitali che ci hanno rivoluzionato l’esistenza tutti e tutte traiamo dei grandi benefici. Il problema, però, è che quelle stesse tecnologie sono legate a doppio filo a forme complesse e insidiose di violenza, sfruttamento ed esclusione di cui fanno le spese soprattutto le donne. Alcuni di questi fenomeni hanno a che fare con il modo in cui le tecnologie digitali funzionano o vengono utilizzate.”

 

 

Leggi anche Gender Pay Gap? Anche basta. Come i Big Data possono favorire una maggiore equità

 

 

Tornano alla mente alcuni casi nostrani drammatici, come quello di Tiziana Cantone, la quale si suicidò dopo la diffusione in rete di alcuni video pornografici amatoriali; ma anche il gravissimo caso di Carolina Picchio, morta suicida a soli 14 anni a causa del cyber-bullismo.

Continua l’ospite: “Pensiamo anche alle problematiche delle discriminazioni algoritmiche. […] Al giorno d’oggi sempre più decisioni vengono prese con l’ausilio di strumenti algoritmici, troppo spesso sono allenati su una serie di dati che non rappresentano le donne“.

Un altro problema riguarda come le tecnologie vengono costruite e distribuite lungo tutta la filiera (globale) di produzione. Nel suo libro, Giugni cerca proprio di ricostruire quella filiera, raccontando le storie delle donne che la popolano. “Storie di operaie cinesi che assemblano i nostri smartphone, lavorando per 10 ore al giorno in mega fabbriche. Storie di donne congolesi che vengono stuprate in guerre civili brutali, dove ci si batte per accaparrarsi miniere di minerali come il coltan, indispensabile per far funzionare i nostri device“.

Donne e lavoratrici che subiscono l’abbraccio stritolante di un mondo ancora patriarcale e governato dal capitalismo digitale.

Ospite

Lilia Giugni

Lilia Giugni è docente universitaria, scrittrice e attivista femminista. Ha una cattedra presso l’University College London, dove si occupa di giustizia sociale e di genere e di Innovazione digitale. È ricercatrice associata presso l’Università di Cambridge, nonché co-fondatrice e direttrice del think tank “GenPol – Gender & Policy Insights”. Inoltre, Giugni siede nel board di […]

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