Interviste a Nicola Fabiano e Vincenzo Bianchini
Da più di quattro anni, la rivoluzione in tema di dati personali e privacy porta il nome di GDPR. Il regolamento Europeo n. 2016/679 approvato il 25 maggio 2016 ha segnato una svolta epocale, che potremmo definire una rivoluzione culturale. In questa puntata di Talk About IT, Lelio Borgherese, Presidente del Gruppo Activa, ha intervistato Nicola Fabiano, Presidente dell’Autorità Garante per la privacy di San Marino, e Vincenzo Bianchini, membro del consiglio direttivo di Unindustria e Amministratore Unico di Tecnologie e Comunicazioni.
Come spiega Fabiano, il GDPR “non costituisce un punto di arrivo ma un punto di partenza nell’approccio alla protezione dei dati”.
Ascolta anche: I passi della rivoluzione, verso la Digital Transformation della PA
Fulcro della puntata l’impatto della pandemia sulla protezione dei dati personali: alcuni governi hanno fatto ricorso al riconoscimento facciale e ai Big Data, per tracciare in tempo reale gli spostamenti di tutti e limitare i contagi da Covid-19. Da qui, la necessità di trovare un punto di equilibrio tra l’interesse della persona e quelli della collettività, ma anche tra diritti imprescindibili come libertà, salute e sicurezza.
Un ruolo importante l’hanno avuto le app di Contact Tracing come Immuni, che ancor prima di essere rilasciate hanno scatenato una bufera di polemiche e di timori sulla sicurezza. “Eppure, i problemi di Immuni non sono legati alla protezione dei dati personali”, spiega Fabiano. E aggiunge: “Il GDPR non fornisce indicazioni sul tipo di tecnologia da adottare”.
Ascolta anche: Verso il call center nazionale che salverà Immuni
Insieme a Vincenzo Bianchini, invece, Lelio Borgherese approfondisce la percezione che le aziende hanno del GDPR e le differenze nell’approccio alla compliance tra grandi, medie e piccole imprese. L’ottica comune è quella del rispetto dell’accountability prevista dal GDPR attraverso un sistema di adeguamento aziendale. “È cambiato il punto di vista verso il concetto di protezione dei dati”, spiega Bianchini. “Ora c’è una maggiore responsabilità da parte delle aziende e una maggiore spinta ad approfondire il tema della privacy attraverso corsi e lezioni”.
La discussione tocca anche il tema della protezione dei dati sui social media. Un argomento di pressante attualità nelle ultime settimane. Da un lato Whatsapp, che ora rischia una sanzione da 50 milioni di euro per una scarsa trasparenza nello scambio dati con Facebook, dall’altra Tik Tok, nel mirino dell’Autorità Nazionale per i rischi legati al suo utilizzo da parte dei minori. Queste grandi piattaforme digitali sono spesso indicate come antagoniste della protezione dei dati. Per certi aspetti si tenta di conciliare due visioni: l’una che vede il valore aggiunto della condivisione, l’altra che invoca il diritto individuale all’autodeterminazione.
Luisa Vittoria Amen