Intervista a Domenico De Masi, professore di Sociologia del lavoro presso l’Università La Sapienza
Come sta cambiando il mondo del lavoro? Che impatto ha avuto l’emergenza Coronavirus sui diritti dei lavoratori? E che valore può avere, per persone e imprese, l’esperienza dello smart working? In questa puntata di Oll in, il Presidente del Gruppo Activa, Lelio Borgherese, ne discute con Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università di Roma “La Sapienza”.
La conversazione muove dal concetto di ozio creativo elaborato proprio da De Masi nel 1995 e arrivata a toccare le più recenti trasformazioni che hanno interessato il mondo del lavoro.
Uno dei temi affrontati è naturalmente l’esperienza dello smart working: Domenico De Masi è stato tra i primi a promuovere il telelavoro nel lontano 1993, con il volume, scritto per i tipi della Franco Angeli insieme al suo team, “Il telelavoro: teorie e applicazioni. La destrutturazione del tempo e dello spazio nel lavoro post-industriale“.
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Nonostante in Italia ci sia chi si batte perché il telelavoro diventi realtà da quarant’anni, però, solo la pandemia di Covid-19 ha fatto sì che gli italiani iniziassero a telelavorare in massa. Nel corso dell’intervista De Masi sottolinea che “dai 570mila smart worker italiani di febbraio si è passati a 8 milioni in tempi brevissimi”.
Qual era l’ostacolo che frenava l’applicazione di questa modalità di lavoro in Italia? Post-emergenza si tornerà indietro o l’aver sperimentato vantaggi e limiti del telelavoro lascerà un’eredità che non potrà essere facilmente archiviata?
Sabrina Colandrea